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Pulp Fiction

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Pulp Fiction

di axe
9 stelle

Alcune vicende del sottobosco criminale di Los Angeles s'intrecciano tra loro. Due scalcinati rapinatori, "Zucchino" e "Coniglietta" decidono di rapinare un fast food all'interno del quale stanno mangiando. Vincent Vega e Jules Winnfield recuperano, su disposizione del boss Marsellus Wallace, una valigetta, presso alcuni ragazzi, che uccidono; l'ultimo di essi muore all'interno di una vettura, che successivamente dovrà essere "igienizzata". Vincent Vega ha il compito di tener compagnia a Mia, la moglie di Marsellus, ed è preoccupato per ciò che potrebbe accadere; il pugile Butch non ha rispettato gli accordi circa un incontro truccato, suscitando le ire di Marsellus. Questi, molto in breve, i molteplici fili conduttori della complessa trama di un film che avevo già visto diverse volte, l'ultima almeno tre lustri fa, e sempre con scarsa attenzione. Ho voluto ripetere l'esperienza dopo aver meglio conosciuto il regista, e letto decine e decine di opinioni positive. La mia non fa eccezione, sono rimasto soddisfatto della visione, difficile trovare un difetto. La sceneggiatura, i costumi, la colonna sonora, la recitazione sono curati nei minimi dettagli. Tarantino fa propri i canoni espressivi dello stile "pulp", in primis lo stile ridondante, le ricche divagazioni, i dialoghi prolissi, ai quali spesso segue l'azione, che si concretizza in terrificanti esplosioni di violenza. L'efferatezza di queste sequenze cozza con le tonalità leggere, cui contribuiscono ambientazioni vivaci e colorate, ma soprattutto i dialoghi. Grazie principalmente ad essi, ma anche al trucco ed ai costumi, il regista offre originali ricostruzioni dei molti protagonisti, personaggi senz'arte ne' parte, privi di prospettive, disillusi, e, allo stesso tempo, ricchi di una voglia di vivere che li rende esplosivi, esuberanti, incontrollabili. Il cast è stellare; tra i molti attori di rilievo, la mia valutazione positiva va a Samuel L.Jackson e John Travolta - nelle vesti, rispettivamente di Winnfield e Vega, due affiatati sicari, assolutamente indifferenti alle conseguenze negative del loro operato - ed anche ad Uma Thurman, nei panni della sensuale ed annoiata - e pertanto "pericolosa" - "donna del boss" Mia. Apprezzabili, benchè impegnati in ruoli minori, lo stesso regista Quentin Tarantino ed Harvey Keitel, quale Mr.Wolf, un misterioso professionista del crimine dotato di tutti suoi morale e parametri di giudizio, pagato per "risolvere problemi" con assolute puntualità e precisione. Completa il quadro una vivace e varia colonna sonora. Il ricordo positivo che avevo dell'opera è stato "rinfrescato" da quest'ultima visione. Ho ripercorso con molto piacere alcune sequenze memorabili - il dialogo tra Winnfield e "Zucchino" nel ristorante; la rianimazione di Mia; l'operazione di "sanificazione" di Mr.Wolf - ma ho anche dato conferma ad alcuni dubbi. Di fronte ad una costante esaltazione del film, del suo regista, e, soprattutto, dei suoi personaggi - anche nell'immaginario collettivo - la mia memoria faceva fatica a ricordarne i motivi; ebbene, visionata nuovamente la pellicola, trovo che le ottime caratterizzazioni di protagonisti e comprimari conferiscano loro uno spessore tale da renderli "immortali". Ma, al tempo, stesso, esprimano un fortissimo nichilismo. La loro vitalità non sostiene alti ideali o passioni. Sono personaggi effimeri; vivono alla giornata, cercando di ricavarne qualcosa. Eroi di un singolo istante - che il regista è bravissimo a fissare - ma destinati, se non nell'immediato, presumbilmente poco dopo, ad una sconfitta. Nulla da eccepire circa la qualità del lavoro svolto da Tarantino; le oltre due ore e mezza di film sono una festa per gli occhi e per la mente.

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