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Tenebre

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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Yayas82

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La recensione su Tenebre

di Yayas82
5 stelle

Mettiamo in chiaro una cosa: Tenebre è un film pessimo. Sciatto, recitato da cani e con una delle peggiori sceneggiature di sempre. Comunque è Dario Argento nel 1982: c'è la mano di un maestro a dirigere l'occhio della telecamera e alcune inquadrature rasentano la perfezione. Questo lo salva dall'oblio ma non lo rende un buon film...

Il mio senso della ragione gridava più di una prostituta squartata (quanto odio le urlatrici dei film thriller/horror, mi fischiano ancora le orecchie!) mentre guardavo questo film. L'intreccio è davvero tremendo e i personaggi/attori sono inguardabili (a parte il manager - divertente la cosa del cappello) ma molte belle carrellate di una lucida regia in qualche modo salvano il tutto.

 

Bello soprattutto l'uso delle vetrate: fanno sentire completamente esposti e nudi, meno al sicuro in casa che fuori.

Favoloso il cane acrobata, voglio un horror con lui come cattivo.

Per il resto il film è fatto di personaggi bidimensionali che si comportano in modi assurdi.

 

Entriamo  nello  specifico.

 

1) La prima vittima viene aggredita da un pazzo proprio al portone di casa (tho guarda mo il pazzo sa dove abito...) e invece di chiamare la polizia si va a fare una doccia...

 

2) Scrittore, assistente e poliziotti scoprono che l'assassino chiama dalla cabina di fronte alla casa dove è alloggiato lo scrittore (t'ho guarda sa dove abito 2) e nessuno si preoccupa... Non so, tipo di cambiare appartamento?

 

3) La seconda vittima sente una voce inquietante provenire da DENTRO la stanza ma invece di cercare di capire se l'ha sentita davvero e, se si, da dove veniva pensa bene sia il momento giusto per togliersi la maglietta.

 

4) La compagna della vittima sente un rumore (t'ho guarda, mi hanno sfracellato la fidanzata) e spegne la musica per sentire meglio ma invece di andare a controllare (ok, hai spento la musica quindi qualcosa ha attratto la tua attenzione no?) si mette a bere champagne.

 

5) La ragazzina che cammina prudentemente da sola di notte con un serial killer in giro, si mette a prendere a bastonate la recinzione col cane da guardia (mitico cane pazzo!) senza motivo come un'indemoniata (a quel punto al cane gireranno i cosidetti e diventerà Cujo, dagli torto).

 

6) La suddetta ragazzina si rifugia nella villa per sfuggire al cane e perde tipo mezz'ora senza senso a piegare e intascarsi documenti qua e là... perché per l'amor del cielo?! Ok, hai visto foto e articoli degli omicidi quindi pensi che chi vive lì sia l'assassino? te la dai a gambe! non lo pensi? Non gli vandalizzi casa, che sai com'è potrebbe non gradire!

 

7) il ragazzino che sta sempre con lo scrittore ha evidentemente qualche problema d'accordo ma che persone immonde sono lo scrittore e la sua assistente??! Lo rispediscono a casa da solo, senza neppure accompagnarlo e, NOTA BENE, senza chiamare la polizia dopo che ha appena assistito ad un omicidio in cui hanno cippato la testa ad uno!

Assistente: "chiamiamo la polizia?"

Scrittore: "ma  sei  pazza!  Che  gli importa a quelli! E' un testimone oculare da schifo, manco ha visto chi era l'assassino.".

(Ok il dialogo non era proprio così...)

Che poi non è neanche difficile presumere che probabilmente l'assassino l'ha visto a sua volta... Va bhe ma avevano da fare, un po' di sesso a metà di un thriller ci sta sempre...

Assistente  arrapata (riferendosi agli omicidi): "ce ne dimentichiamo tutti e due ok? Non è successo niente."

Scrittore: "non è successo niente."

Io: "Ehhh?!"

(E questo dialogo invece è proprio così, parola per parola!)

 

8) Devo proprio smetterla con i numeri perché non si finisce più.

 

Pur ignorando le inverosomiglianze ormai canoniche del genere thriller (ma quanto è stupida l'idea di indagare da soli?) resta ancora tanto per cui soffrire.

Ma saltiamo alla scena finale, anzi alla trovata dopo il finale, quella degli ultimi 4 minuti per intenderci: è semplicemente ignobile! Un poliziotto con uno spirito di osservazione così merita la fucilazione! Sul serio!

 

Quindi il film è una schifezza? Non così in fretta!

Non così in fretta perché, come ho detto, le carrellate e le soluzioni artistiche di regia sono davvero superbe e, proprio mentre stavo per abbandonare sconsolata la visione, ZACK! Dario subito infila dietro all'immonda zozzazata una scena dall'estetica mozzafiato che nella sua semplicità mi ha fatto rabbrividire da capo a piedi: il poliziotto fermo, in piedi, che guarda il rasoio a terra e i 5 secondi successivi rimarranno nella mia testa davvero molto a lungo.

 

Che dire? Un film così è difficile da giudicare. 

Un film che 5 minuti prima ti fa desiderare di darlo alle fiamme e 5 minuti dopo ti regala una scena di regia degna della storia del cinema (e scopiazzata in seguito, malamente, in un sacco di film horror americani) non ha prezzo.

 

Vi lascio con una nota sul cinema italiano di genere all'estero:

Si dice spesso, o meglio lo diciamo noi appassionati, che gli horror e i thriller italiani non siano apprezzati in patria per colpa di un certo pregiudizio tutto italiano e che invece diventino cult nel mercato estero perché gli americani sì che sanno apprezzare un bel omicidio sanguinolento (che come li facciamo sanguinolenti noi non li fa nessuno).

Questo è vero solo in parte, in realtà credo che i nostri film siano tanto apprezzati fuori patria perché chi li segue non è costretto a subire gli orrendi dialoghi per intero...

 

Non fraintendermi, io amo Dario Argento ma i suoi attori sono doppiati venti volte e nessuno di loro sa che lingua deve parlare. Ci sono attori italiani che recitano in italiano, attori italiani che recitano in un improbabile inglese e attori americani che recitano in un ancora più improbabile italiano. Poi il doppiaggio mette una pezza su tutto, ma una pezza sciatta che si perde per strada metà dell'espressività dell'attore (e già li sceglie piuttosto cani...).

 

In Italia siamo abituati a lavorare con budget piuttosto modesti, in America con lo stesso budget usato per realizzare, che so, Il racconto dei racconti, ci comprano il caffè per la troupe... Ma quello che tiriamo fuori sono sempre opere formalmente dignitose. È difficile persino in uno sceneggiato Rai trovare delle atrocità nel comparto visivo o sonoro e i buchi di sceneggiatura che sono invece il pane quotidiano dei film americani di consumo.

Lo stesso non si può dire però delle pellicole girate per essere distribuite all'estero. In pratica noi esportiamo i nostri scarti e lo facciamo allegramente con l'aria di imbonitori da mercato.

E Tenebre è questo: uno scarto pensato per il mercato estero, che tanto si sa che gli americani hanno i soldi ma non hanno gusto...

 

Dario, Dario diciamocelo fra noi ma era proprio necessario? Tu di arte, quando hai girato questo film, ne avevi ancora molta, non parliamo mica di Dracula 3D, e allora perché dico mettercene il minimo sindacale? Perché quando hai riletto la sceneggiatura di questa cosa, che altri chiamano film, che ti proponeva nero su bianco tutta l'idiozia di questa trama ci hai messo la firma? Ma farne una revisione ad esempio?

 

Io non sono una che cerca la coerenza e la logica a tutti i costi, ho visto cose come Horror Express allegra e felice di aver spento il cervello ma questo film non lo digerisco. Non lo digerisco perché raggiunge vette visive davvero promettenti, perché in un giallo all'italiana (che fondamentalmente è uno slasher prima che lo slasher divenisse un genere per adolescenti) l'unico sforzo che la trama deve fare è condurre i personaggi dal punto A al punto B e Tenebre non ci mette neppure quello sforzo. Il perchè le persone sono in un dato posto a fare na determinata cosa in Tenebre ha un'unica risposta: perché se no il film non va avanti, sembra spesso di vedere una serie di vignette scollegate tra loro.

E sì la regia è magnifica, le inquadrature, i movimenti di telecamera. E sì la colonna sonora è bella e le grida sono ai massimi storici. E sì gli effetti speciali sono quelli che piacciono a me, di un artigianato onesto che fa sfigurare la computer grafica moderna.

Ma anche il videoclip di Thriller di Michael Jackson ha le stesse doti... lo vogliamo davvero chiamare film?

 

Essere sdoganati dalle regole formali del cinema italiano dovrebbe portare a qualcosa di più azzardato: un nuovo mercato in cui affacciarsi, che non è già fossilizzato su cosa aspettarsi, è un'opportunità enorme!

Perché sprecarla realizzando robetta dozzinale che ha l'unico pregio di una buona dose di cruenza e di un buon gioco tra sangue e atmosfere candide? Dario è potuto derivare verso l'horror puro grazie al mercato americano, un po' grato dovrebbe essergli!

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