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Il Presidente

Regia di Santiago Mitre vedi scheda film

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La recensione su Il Presidente

di michemar
6 stelle

La trama del tessuto narrativo scelto dal regista Mitre è separata in due tronconi: da un lato quella prettamente politico-diplomatica e dall’altro quella personale e umana. Quando la prima si intuisce avere meno importanza ai fini del racconto, sale – e di molto e drammaticamente – la seconda, che prende il sopravvento.

La cordillera – Summit – Il Presidente.

Tre titoli (originale, internazionale, italiano) ma anche un luogo, una occasione e un uomo politico per un film politico che è anche un po’ la fotografia di questi tempi, di questi nostri tempi. Nei vari TG che ci passano davanti agli occhi tutti i giorni su tutti i canali spesso ci troviamo davanti ai servizi degli inviati che ci mostrano l’arrivo in un luogo sicuro e super sorvegliato di capi di governo di varie nazioni che si riuniscono per tentare (!) di trovare accordi su diversi argomenti, tracciare strategie e alleanze geopolitiche. Ci mostrano immagini di personalità sorridenti, cerimoniose, strette di mano calorose, a volte abbracci e baci, come fossero amiconi. Poche donne però, come sempre in minoranza: se lo sono socialmente nel proprio Paese figuriamoci poi negli incontri internazionali. Ma in TV oltre non andiamo nelle notizie che sentiamo: c’è piuttosto il corrispondente che ci racconta gli obiettivi dei colloqui, i risultati raggiunti, qualche volta anche le divergenze. Mai sapremo veramente però come vanno i colloqui che frequentemente avvengono a porte chiuse, solo con gli stretti collaboratori. Poi arriverà qualche pettegolezzo, qualche “spiffero” che rivela se le attese sono state deluse o se i risultati hanno portato qualcosa di utile ai cittadini. Ecco, questa è l’atmosfera: siamo dentro al film di Santiago Mitre, un regista argentino poco conosciuto da noi e che si affaccia nel panorama internazionale con un film interessante e pretenzioso, ardito e peculiare, di certo che non passa inosservato. Che fa aprire maggiormente la nostra attenzione mettendo al centro del cast l’attore tra i più importanti del sudamerica, che di nome fa Ricardo Darín, un nome una garanzia.

 

Ricardo Darín

Il Presidente (2017): Ricardo Darín

Paulina Garcia, Ricardo Darín

Il Presidente (2017): Paulina Garcia, Ricardo Darín

 

Il titolo originale è il luogo ed è anche la location: una catena montuosa altissima, totalmente innevata, ad altitudini a cui sono abituati solo certe nazioni del sud delle Americhe. Siamo nel confine tra Argentina e Cile, nella Valle Nevado, nella Regione Metropolitana di Santiago del Cile. Siamo nelle mitiche Ande. È come quando vediamo in TV le riunioni dei capi di Stato in luoghi remoti e isolati, proprio così. Uomini e donne che si riuniscono per decidere patti economici e guerre finanziarie, strategie egoistiche mascherate da tattiche di fratellanza, basate solo sulla personale convenienza. E loro ne sono ben consapevoli.

L’occasione è un summit, quindi, con lo scopo di preparare una giusta ed equa alleanza nel campo petrolifero tra le varie nazioni che abitano quel continente meridionale, dove si discute se allargare o meno gli accordi anche ai Paesi del centroamerica oppure escluderlo. Ovviamente le posizioni sono diversificate a seconda del personale tornaconto. Persone a capo della propria nazione che si sorridono di fronte e si pugnalano alle spalle. Vecchie e sincere amicizie e purissimi vecchi rancori, come sempre.

Il presidente di cui al titolo è il protagonista della storia, il capo dello stato dell’Argentina, che – guarda caso, eh! – è un uomo arrivato al potere tracciando una strada che oggi a quanto pare va di moda in tutto il mondo: il populismo. Via da percorrere con slogan che attirano l’attenzione dei cittadini-elettori, che utilizza frasi semplici ma di grande effetto, che punta alla pancia dell’elettorato, che promette soluzioni per tutti i problemi mai risolti dai predecessori, che viene personificata da una bella faccia pulita che ispira fiducia e sicurezza. E Ricardo Darín in questo è semplicemente perfetto e ideale!

 

Erica Rivas

Il Presidente (2017): Erica Rivas

 

La trama del tessuto narrativo scelto dal regista Mitre è separata in due tronconi: da un lato quella prettamente politico-diplomatica e dall’altro quella personale e umana. Quando la prima si intuisce avere meno importanza ai fini del racconto sale – e di molto e drammaticamente – la seconda, che prende il sopravvento. Per questo - scrivevo prima - il film e il regista avevano ambizioni pretenziose ma che a parer mio non sono state perfettamente realizzate. La faccia di questa medaglia che guarda alla politica ci sorprende piano piano, man mano che scopriamo i due volti del presidente Hernán Blanco. La sua apparente semplicità di persona limpida e trasparente, che poi è stata la sua carta segreta, nasconde una furbizia di base che lo ha reso vincente: è un uomo che sa bene cosa dire e come apparire, sa perfettamente gestire i rapporti con gli altri rappresentanti, combattendoli anche sul loro terreno, facendo perfino finta di acconsentire per un accordo e poi votando contro, infischiandosi dei consigli degli esperti che lo affiancano, sicuro di sé. Il rovescio di questa medaglia è la sua vita privata, scossa dai rapporti con la figlia Marina che ha seri problemi psicologici ed un marito coinvolto in grossi scandali finanziari con forti ripercussioni. È questo il piano parallelo su cui si dipana il film, dando l’impressione, almeno a me, che prima o poi queste due rette parallele si sarebbero incrociate dando un maggior significato al film.

 

Dolores Fonzi

Il Presidente (2017): Dolores Fonzi

Dolores Fonzi, Ricardo Darín

Il Presidente (2017): Dolores Fonzi, Ricardo Darín

 

Invece questo non avviene e ciò mi ha causato un certo spaesamento in quanto ero convinto che proprio dalla fusione dei due tronconi sarebbe scaturito il finale obbligatorio e soprattutto esplicatorio, o per lo meno avrebbe potuto dare un maggior significato alla storia e al carattere ambiguo e double face del Presidente. Credo che questo abbia nuociuto al film perché anche se i turbamenti personali e familiari di Hernán Blanco hanno avuto solo qualche ripercussione sulla sua missione diplomatica e nel summit, ben poco però hanno influito sulla contaminazione tra le due storie, che sono rimaste pressoché indipendenti. E per giunta con qualche caduta di sceneggiatura, lasciandoci alcuni momenti di dubbi. I dialoghi invece sono convincenti e ben scritti.

 

Paulina Garcia, Ricardo Darín

Il Presidente (2017): Paulina Garcia, Ricardo Darín

Una discreta sorpresa la dà proprio il grande Ricardo Darín, che al suo solito piglio sornione aggiunge un’inattesa espressione severa, un atteggiamento rigido per ben rappresentare l’aplomb di un Presidente impegnato in un tour de force di colloqui decisivi e senza scrupoli. Egli si lascia andare solo in occasione degli incontri affettuosi con la figlia e in una scena di sesso che viene improvvisamente scaraventata nel bel mezzo degli avvenimenti, che tra l’altro mi è sembrata alquanto fuori luogo e inserita fuori contesto, ma evidentemente solo per rivelare un altro piccolo dettaglio della vita privata del politico. Brava ancora una volta anche Dolores Fonzi, già vista nel duro Neve nera e Truman - Un vero amico è per sempre (in entrambi sempre con Darín): i suoi occhioni colpiscono sempre, come questa volta. Di questo regista Santiago Mitre si sa poco e staremo a vedere: come questo film che all’inizio prometteva bene e che ha, secondo me, un giudizio dignitosamente positivo, così potrà forse accadere per lui, con una augurabile buona carriera. A Cannes 70 di certo si è fatto notare.

 

Voto complessivo 6 e1/2.

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