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The Levelling

Regia di Hope Dickson Leach vedi scheda film

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La recensione su The Levelling

di maurizio73
5 stelle

In questa tragedia familiare sulle pianure alluvionate del Somerset, il senso di colpa di un ritorno obbligato che punta al cuore nero di un dramma dell'incomprensione, covando le inquietudini oniriche di una angosciante trasgressione naturale ed una fragilità emotiva che reclama, per le mancanze di ciascuno, la responsabilità dell'altro.

Ritornata alla fattoria di famiglia in seguito al suicidio del fratello, la giovane Clover ritrova i disastri delle recenti alluvioni che hanno messo in ginocchio l'azienda paterna e quelli di un rapporto filiale che deve scontare i sensi di colpa verso un genitore autoritario e imbelle. Dovrà presto decidere se ritornare agli studi universitari o rinsaldare i rapporti di un gruppo familiare ormai ridotto ai minimi termini.

 

locandina

The Levelling (2016): locandina

 

Le vacche, i tassi, i cani e...gli altri animali

 

Reduce da diversi corti, da una trasferta americana di formazione e collaborazioni importanti (Todd Solondz) e dagli impegni della maternità, la giovane Hope Dickson Leach ritorna in patria per un debutto nel lungometraggio che approfitta dei finaziamenti in crowfunding di iFeatures e del contributo pubblico targato BBC. L'idea è quella di un film che, nello spirito del programma di produzione, presenti in maniera originale uno spaccato sociale di una realtà multiforme e contraddittoria come quella britannica, rispettando la peculiarità degli specifici contesti geografici in cui le storie sono ambientate. Come dire che c'è un budget importante (1 mln di sterline) con cui fare (quadrare) i conti ed un atteggiamento regististico che la porti lontano dalla commedia nera che sarebbe lo sbocco naturale del suo percorso artistico. Il risultato delle premesse, come del film , rientra a pieno titolo nello spettro per la verità non molto ampio di un registro realistico con cui il cinema indipendente britannico ama crogiolarsi, spaziando dai drammi familiari delle sue ambientazioni suburnane (Fish Tank) allo squallore patriarcale di quelle rurali (The Goob); storie di formazione dove l'elaborazione del lutto sta' sempre dietro l'angolo e nelle quali la scelta obbligata della strada da intraprendere impone comunque dolorosi compromessi. In questa tragedia familiare sulle pianure alluvionate del Somerset per la verità, alla smania di evasione si sostituisce il senso di colpa di un ritorno obbligato, puntando al cuore nero di un dramma dell'incomprensione che si nutre delle inquietudini oniriche di una angosciante trasgressione naturale (le vacche, i tassi, i cani e...gli altri animali) e la dolorosa detection di una fragilità emotiva che lega indissolubilmente i tre protagonisti: un triangolo di incomprensioni, insofferenze e sensi di colpa che reclama per le mancanze di ciascuno la responsabilità dell'altro. Seppure il rigore formale mantiene il film su un livello di inappuntabile correttezza espressiva (ottima la fotografia ed il senso di precarietà evocate dall'ambientazione) e le prove degli attori valorizzino i risvolti umani della storia, l'impressione è quella di un compitino un po' schematico che oscilla tra indecisioni narrative ed una distanza emotiva che si riscatta appena prima dei titoli di coda con il più classico dei finali ad effetto. Insomma buona volontà e professionalità difficilmente producono i risultati sperati se gli obblighi degli stardard produttivi prevalgono sull'ispirazione e sulle proprie inclinazioni personali.
Dalle riserve espresse della stessa autrice in occasione di un'intervista sul film: "What if they don’t feel anything and there’s nothing else clever-clever for them to respond to? What if I’ve failed to connect to an audience where it really matters?" . Come dire che se l'è un po' tirata dietro pure lei! Il titolo gioca sulla denominazione delle pianure costiere in cui è ambientata la storia (colpite dalle devastanti alluvioni del 2014) ma anche sulla chiusura di un bilancio familiare che difficilmente si puo' riportare in pari.  Presentato al Toronto International Film Festival 2016 e vincitore dei BAFTA scozzsesi 2017 per il migliore sceneggiatore, sempre alla Leach.

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