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Il sacrificio del cervo sacro

Regia di Yorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su Il sacrificio del cervo sacro

di diomede917
7 stelle

Lo puoi amare o lo puoi odiare ma il regista Yorgos Lanthimos non lascia certo indifferenti.
Non lasciò indifferente Paolo Sorrentino che lo premiò al Certain Regard con Dogthoot e non ha lasciato indifferente le giurie che hanno premiato i film successivi The Lobster e appunto Il Sacrificio del Cervo Sacro.
La palma alla migliore sceneggiatura credo abbia voluto premiare l’incontro tra il cinema molto allegorico e senza sconti del regista greco e una storia più strutturata tipica da thriller Hollywoodiano dove poter sfruttare al meglio e mettere in gioco le star Colin Farrel e Nicole Kidman.
D’altra parte l’apertura con un’operazione a cuore aperto sa molto di lasciate ogni speranza o voi che entrare al cinema a vedere Il Sacrificio del Cervo Sacro.
Pur rimanendo fedele al suo cinema molto freddo e distaccato con dialoghi che virano al grottesco al surreale dobbiamo dire che la messa in scena noir che strizza l’occhio al cinema di Kubrick cattura l’attenzione dello spettatore che accetta fin da subito il gioco al massacro proposto da Lanthimos pur non sapendo fin a che punto sia disposto ad andare.
La prima parte misteriosa e ipnotica è decisamente la più bella.
L’ambientazione, che siano i labirintici corridoi dell’ospedale dove lavora il protagonista che la quasi asettica casa della quasi asettica famiglia, ricorda sia Shining che Eyes Wide Shut.
E probabilmente questo omaggio al maestro aggiunge fascino a una storia che ti cattura subito.
E l’incipt che si apre con questo ambiguo rapporto tra un cardiochirurgo di successo e un adolescente problematico insinua a chi lo guarda tante domande: pedofilia? Il figlio di un rapporto clandestino da tenere nascosto alla famiglia perfetta?
Pian piano che la storia si delinea appare chiarissimo il piano voluto dagli dei per l’espiazione del senso di colpa.
E ispirandosi alla tragedia greca di Ifigenia, il nostro protagonista verrà posto davanti a una drammatica scelta da fare.
Quale familiare sacrificare per porre rimedio ad un suo tragico errore che ha causato la morte del padre del ragazzo.
Le 4 fasi della discesa agli inferi vengono dettate con velocità e distacco.
Non si sa cosa e chi generi l’incubo, si sa solo che inizia con una paralisi poi con la denutrizione e infine un pianto di sangue prima della morte. Se non si vuole che venga sterminato il nucleo familiare il nostro caro e cinico cardiologo deve scegliere chi sacrificare per poter salvare gli altri.
Una volta svelato il senso del racconto il film vira totalmente nella critica grottesca della famiglia borghese.
Ogni membro del nucleo (Padre, Madre, Figlia e figlio) tira fuori il peggio di loro stessi pur di non essere il sacrificato.
Si avverte fin da subito che il regista non si schiera, anzi la sensazione è che li odi tutti.
Da un capo famiglia senza autentica spina dorsale, a una donna senza alcun spirito materno pronta a trovare soluzioni senza mai mettersi in gioco in prima persona.
Quello che è emerge è la rappresentazione di una famiglia senza amore, una coppia che fa sesso solo in anestesia totale.
E che affida al caso della roulette russa ogni qualsiasi decisione razionale, lasciando al fato ogni senso di responsabilità.
Se Lanthimos ha tenuto la tensione alta per quasi tutto il film, il regista si perde tutto nel finale.
Quasi come si fosse perso nei meandri del labirinto da lui costruito e regalandoci un finale non all’altezza delle aspettative che ha seminato per tutto il film.

VOTO:7

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