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The Duelist

Regia di Aleksey Mizgirev vedi scheda film

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La recensione su The Duelist

di leporello
8 stelle

"Il nobile può difendere il proprio onore in un solo modo: con il sangue" (art. 101)

   Nella piovosa San Pietroburgo del 1860, la pratica del duello è un “piacevole diritto” (come lo definisce un personaggio poco prima di venirne ucciso) riservato ai nobili: alla dolce principessa che gli sta contestando questa mania assurda di voler regolare tutto col sangue, quando basterebbe, invece, darsi della “canaglia” o semplicemente prendersi a pugni in faccia, il nobile morituro replica che si tratterebbe di una pratica plebea. Come dargli torto?

 

   Il tenebroso Yakovlev dallo sguardo triste (interpretato magistralmente e con notevole intensità da Pyotr Fyodorov, attore moscovita a me personalmente sinora sconosciuto),  in accordo con l’art. 59 del “Codice del Duello dell’Impero Russo”, si presta a sostituire in duello (e dietro ricompensa) i nobili offesi che non ritengano di essere in grado di difendersi da soli, riuscendo così a lasciarsi  alle spalle una lunga scia di cadaveri riversi a terra e, contemporaneamente, accumulando quanti più rubli possibile. Non è però la sete di denaro a muovere il nostro eroe, e nemmeno il pruriginoso diritto nobiliare a battersi (affermerà in più occasioni  che non ama affatto sparare): Yakovlev, in realtà e sotto mentite spoglie, sta cercando di riscattare un’ingiustizia subita in passato (un titolo nobiliare cancellato ingiustamente), e soprattutto di arrivare a vendicarsi del primo colpevole di tale ingiustizia.

 

   Insenandolo dentro un’atmosfera schietta e disillusa, sontuosa, pre-decadente e in una società già in stato di perdizione, , il regista Aleksey Mizgirev firma questo (inarrivabile) apprezzabilissimo “Duelyant”, difficilmente catalogabile: al genere “Drammatico” a cui lo ascrivono gli amici di FilmTV, IMDB tenta di aggiungere sia il genere “Thriller”, sia il genere “Action”, ma ancora non basterebbe (“Un’indovina mi disse che non sarei mai morto per colpa di una pallottola...”,  dice uno, prima che la pallottola gli entri nel cranio: forse, per questa e per altre circostanze, ci vorrebbe anche l’etichetta “Fantasy” ). Un film molto più complesso di quel che sembra, duro, carnale, sanguigno, fangoso, eroico e sicuramente plebeo.


 

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