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Wonder

Regia di Stephen Chbosky vedi scheda film

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La recensione su Wonder

di diomede917
7 stelle

Con la sua opera seconda Stephen Chbosky si conferma regista sensibile alle tematiche giovanili rappresentando romanzi di formazione ad alto coinvolgimento emotivo. Se la sua opera prima Noi siamo infinito (tratto da un suo stesso romanzo) partiva dal primo giorno di liceo per raccontare l'amicizia e il disagio di 3 border line, con Wonder parte dal primo giorno di medie di Auggie bambino con una grave deformazione facciale genetica tenuto protetto dalla famiglia dalle brutture della vita, che per la prima deve affrontare il confronto con i suoi coetanei. Il rischio di Chbosky è doppio, il primo sta nella trasposizione di un best Seller dell'infanzia a firma R. J. Palacio e il secondo nell'inevitabile parallelo con quel capolavoro del genere che è stato Dietro la Maschera di Peter Bogdanovich. Se le carte servite in tavola rappresentavano il classico cliché del tema: Bambino tenero con viso deforme protetto da casco da astronauta Mamma protettiva ma risoluta che vuole la normalità di suo figlio a tutti costi (una Julia Roberts che sta vivendo una seconda giovinezza interpretativa) Padre amorevole e affettuoso Sorella maggiore che difende il suo regalo di compleanno Un preside illuminato E tre compagni di classi composti dal bravo ragazzo, la smorfiosa e il bullo ricco, Il regista evita tutte le trappole di una certa inevitabile retorica grazie all'impianto narrativo scelto per raccontare questa storia. Vincente è risultata la scelta di raccontare, come capitoli di un libro, le vicende interiori degli altri protagonisti. Evidenziando che non esistono solo le deformità esteriori ma che tutti dobbiamo convivere e reprimere le deformità dell'anima. Così vediamo le sofferenze di Via una sorella che accetta di vivere in secondo piano per il bene del fratello ma che si trova sola a vivere le prime turbe adolescenziali e i primi batti di cuore. Amanda la migliore amica di Via che vede crollare i valori della sua famiglia e che sotto sotto vorrebbe essere adottata da quello strano nucleo familiare che nonostante tutto tira avanti grazie a una cosa che si chiama amore. E Jack il migliore amico di Auggie che vive quasi come un peso il suo essere sensibile di animo e che troverà in questa amicizia nuovi valori che rafforzeranno la sua personalità da "Giusto" Purtroppo, gioco forza, il regista riesce per 3/4 a sostenere Wonder su livelli alti anche da un punto di vista emotivo. Nel finale scivola in situazioni che poteva comunque evitare (la rissa coi bulli di terza media al campeggio della scuola) e il finale con applausi tanto amato dal cinema americano. Fortunatamente le lacrime, quelle vere, quelle che vengono dal cuore Chbosky ce le riserva in altre situazioni che possono sembrare di secondo piano come la prima teatrale a sorpresa di Piccola Città di Thorton Wilder o nella lettera di scuse al preside di Jack Will. Il Grande merito di Wonder è di averci regalato una Julia Roberts intensa che riesce a tenere il freno a mano tirato e per questo più sincera. Voto 7

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