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Yuppies. I giovani di successo

Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film

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La recensione su Yuppies. I giovani di successo

di Paul Hackett
6 stelle

Quattro amici benestanti nella "Milano da bere" di metà anni '80: amano il lusso, ostentano gli status symbol dell'epoca ma, più di ogni altra cosa, corrono appresso alle donne, perennemente arrapati. Abili segugi dell'aria che tira, i Vanzina declinano all'italiana il rampantismo imperante nel decennio edonista per eccellenza, utilizzando i volti comici di Boldi, De Sica, Calà e Greggio, che, lasciati a briglia sciolta e liberi di attingere all'ampio repertorio dei rispettivi tormentoni, strappano sovente la risata, pur senza realizzare una grande adesione al reale fenomeno dello yuppismo (un notaio, un dentista, un pubblicitario e un venditore d'auto: che cavolo di yuppies sarebbero?). Il risultato, tutto sommato, è abbastanza divertente: il solito miscuglio vanziniano di blanda satira di costume, ambiguamente e ruffianamente mescolata ad una malcelata simpatia per gl'italici difetti. Odioso ai tempi per chiunque vedesse l'edonismo anni '80 come fumo negli occhi, con il passare del tempo e l'inevitabile perdita dell'impatto "ideologico" della contemporaneità, "Yuppies", tutto sommato, è oggi un interessante documento antropologico, una sorta di "come eravamo" che in qualcuno può suscitare persino nostalgia ma che, in assoluto, aiuta a comprendere la deriva morale e politica del nostro paese nell'ultimo quarto di secolo (alcuni passaggi, come l'orologio sul polsino alla Gianni Agnelli o i continui riferimenti ai tormentoni pubblicitari dell'epoca, sono invecchiatissimi, altri momenti sono terribilmente attuali: l'ossessione per le donne vi dice nulla in tempi di bunga-bunga?). Cast assolutamente congruo: Boldi e De Sica, inutile fare gli snob, ai tempi, prima della deriva cinepanettoniana, funzionavano alla grande, Calà... beh... era a suo modo un personaggio caratteristico, mentre Greggio veniva dritto dall'enorme successo del "Drive-in" televisivo e poteva attingere ad un interminabile repertorio di tormentoni di enorme successo ("cavaliere, è lei", "ma lo sa che è un bel volpino", "cerrrrto", "che tavanata!" e via così) che, per motivi tuttora imperscrutabili, ci facevano ridere tantissimo. Inevitabile la colonna sonora di brani di successo dell'epoca: in tempi di (perenne) revival anni '80 come quelli che stiamo vivendo, tutto sommato è un valore aggiunto. Tre stelle.

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