Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Mah, intanto chiamarli giovani mi pare già un azzardo: Boldi, ad esempio, essendo nato nel 1945, all’epoca dell’uscita del film era ampiamente nel mezzo del cammin di nostra vita. Vidi “Yuppies” durante il secondo quadrimestre dell’ultimo anno del liceo, al cinema di Castiglioncello, insieme a due compagni e a due compagne di classe. Il film non mi piacque e il nostro numero dispari contribuì a non farci combinare niente. La battuta migliore della serata fu quella di una delle due compagne di scuola, che, vista la nostra indecisione, commentò “la prossima volta mi porto la dama”. Rivisto a 23 anni di distanza, “Yuppies” aumenta la sensazione di fastidio, sia perché non mi sembra che i Vanzina prendano sufficientemente le distanze dalla materia trattata (la critica è talmente blanda da apparire piuttosto come un affettuoso omaggio), sia perché la sceneggiatura è piena di battute di cattivo gusto, figlie di un tempo in cui era considerato simpatico prendersi gioco dei neri e degli omosessuali. Gli unici momenti di divertimento si creano quando sono in scena i due lombardissimi Ugo Bologna e Guido Nicheli. Ezio Greggio, che sembra nato per condurre spettacoli televisivi come “Drive In” e “Striscia la notizia”, denuncia già la propria incompatibilità con il mezzo cinematografico.
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