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Forrest Gump

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su Forrest Gump

di Serum
4 stelle

 

Quello che era uno dei difetti principali del primo Ritorno al futuro viene qui portato all'esasperazione: Forrest Gump è un lunghissimo, insostenibile elenco della spesa nel quale vengono sciorinati una quantità tale di luoghi comuni da far venire la nausea. In due ore e venti di film veniamo bombardati da tutti gli stereotipi più scolastici e cartolineschi sugli anni '50 (il razzismo in America, le difficoltà delle comunità rurali, il rock 'n roll...), '60 (pantere nere, eroina, Vietnam, Kennedy e via e via), '70 (proteste giovanili, Watergate, John Lennon con le sue massime) e '80 (cultura yuppies, AIDS), il tutto condito da una colonna sonora non originale furba e didascalica, che fa sembrare il tutto figlio di una ricerca su Google da un quarto d'ora (per la serie: pagina Wikipedia degli eventi salienti di una certa decade). Il problema più grave però sta nel protagonista: per fare paragoni si è tirato in ballo Oltre il giardino, ma nel film di Ashby Chance Giardiniere non è mai nobilitato, viene anzi descritto accuratamente per quello che è, ovvero un disabile mentale incapace di comprendere la realtà circostante e che riesce ad arrivare a posizioni di prestigio solamente grazie alle ottuse sovrastrutture che hanno corrotto la società in cui vive; Forrest Gump invece dopo essere stato caratterizzato allo stesso modo, mostrando come anche le azioni peggiori passino sopra alla sua totale assenza di senso della realtà (notare però che nonostante venga descritto come un perfetto soldato, ci si guarda bene dal farlo vedere mentre uccide e l'unica azione rilevante mostrata durante la guerra è il salvataggio del suo superiore), viene eletto ad eroe romantico con mielose frasi ad effetto da soap opera ("so cos'è l'amore"...) e da stralci di vita familiare in cui si dimostra un valente padre di famiglia (Mattel...) che vanno a silenziare e rabbonire qualsiasi critica sociale. Si è addirittura parlato di Capra, ma come già altri hanno fatto notare personaggi come George Bailey o Jefferson Smith conoscono perfettamente il contesto in cui vivono e fanno del bene in modo ragionato e consapevole. Abbastanza insopportabile anche il personaggio di Jenny, che torna dal protagonista (nel frattempo diventato miliardario) solo perché non sa a chi appioppare il bambino. Sicuramente da salvare gli effetti visivi (pionieristici) ed a tratti la colonna sonora originale di Alan Silvestri, per il resto è terrificante.

 

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