Espandi menu
cerca
Barriere

Regia di Denzel Washington vedi scheda film

Recensioni

L'autore

barabbovich

barabbovich

Iscritto dal 10 maggio 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 81
  • Post 7
  • Recensioni 3635
  • Playlist 4
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Barriere

di barabbovich
6 stelle

Siamo a Pittsburgh, negli anni '50. Troy Maxson (Washington) fa il netturbino, ha un figlio avuto da un precedente matrimonio (Hornsby), con ambizioni da musicista, che ha superato la trentina e che si fa vivo solo per battere cassa, una moglie premurosa (Davis) e devota da cui ha avuto un secondo figlio (Adepo) che fatica a conquistare la stima paterna, un fratello scemo (Williamson) e un amico che è costantemente di casa (Henderson). L'esistenza di questa famiglia rigidamente patriarcale è governata dalle ferree regole dei ruoli: il matrimonio è un contratto da rispettare, i figli rappresentano un obbligo da onorare. Ma, nonostante il suo dispotismo e i suoi valori vecchio stampo, Troy vive quell'esistenza come una gabbia: avrebbe potuto essere un asso del baseball e chissà se fuori dal recinto del giardino di quella casa modesta c'è una seconda vita per lui…
Tratto dall'opera teatrale del premio Pulitzer August Wilson, il film d'esordio in veste di regista di Denzel Washington (che nel 2010 ha portato con successo il testo a Broadway) ne rispetta pedissequamente l'unità di luogo, concedendo ampissimi margini ai dialoghi. È proprio su questi che il film perde forza e intensità: nella sproporzione tra la verbosità ai limiti della tachilalia del protagonista nella prima parte e l'improvvisa successione di veri e propri colpi di scena della seconda. Ma spiccano, per converso, la pregnanza sociologica del tema sulla possibilità di abitare un ruolo senza troppe frustrazioni, la complessità psicologica del protagonista e la difficoltà nell'accettare le ristrettezze nelle quali si è confinati a causa del colore della propria pelle, al punto che "negro" è l'appellativo che il protagonista rivolge di routine a tutti i suoi interlocutori.
Interpretazioni tutte eccellenti, con Viola Davis che si è assicurata l'Oscar 2017 come miglior attrice non protagonista.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati