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Annabelle 2

Regia di David F. Sandberg vedi scheda film

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La recensione su Annabelle 2

di lino99
8 stelle

Sandberg realizza una pellicola finalmente degna della famosa bambola

Le gesta non tanto gloriose della malefica bambola introdotta dal primo "The Conjuring" trovano qui la loro genesi: la triste storia di una felice e sfortunata famiglia avvia un processo di morte e paura inarrestabile, che coinvolgerà in primis delle innocenti orfanelle. Mentre il regista del primo Annabelle, John R. Leonetti, non riuscì a realizzare una pellicola soddisfacente sia dal punto di vista innovativo sia da quello del puro talento di costruire una solida tensione e qualche trovata in grado di far paura e rimanere impressa nello spettatore, il director del nuovo capitolo si conferma un ottimo "mestierante". David F. Sandberg ha fatto gavetta: dopo aver comprato una videocamera col suo stipendio, ha realizzato una serie di cortometraggi ed è riuscito a colpire Hollywood col suo corto "Lights Out", trasformato in lungometraggio. Grazie a questo la nuova "avventura" di Annabelle è stata sua. La trama di "Creation" non ci è affatto nuova, tuttavia l'atmosfera è ottima e la tensione è quasi onnipresente. Ma il vero punto di forza sono i dettagli: la campanella, lo spaventapasseri, il comparto sonoro (di Bishara e Wallfisch) più partecipe che mai e quei dannati pezzi di carta apparentemente "ludici". Ottima anche la recitazione delle protagoniste Lulu Wilson (già vista nel sequel di "Ouija") e Talitha Bateman: per quanto certe azioni delle protagoniste siano chiamate, le reazioni, la paura, la suggestione sono perfettamente evocate e trasmesse allo spettatore. Molte sequenze offrono un disagio mica da ridere, tra tutte quella del pozzo, ricca di tensione e di "ombre". Ciò che colpisce di più della trama sono le conseguenze di quel tragico incidente presentato in modo spiazzante subito prima del titolo: sotto questo aspetto il lato umano offre un motivo per far commuovere lo spettatore, e dunque la pellicola riesce a scatenare più emozioni. Nella sceneggiatura di Gary Dauberman si può notare anche una presa in giro nei confronti di quelle che si prendono gioco di certe "entità" (v. la scena sotto le lenzuola e la prima con lo spaventapasseri). Non vi lasciate ingannare dalla lentezza iniziale, anzi, godetevela: dopo non si scherza! Due le scene inedite: la prima è l'ormai tradizionale primo piano finale della protagonista, la seconda è molto più interessante e anticipa l'ulteriore espansione di questo universo cinematografico horror. Un film di paura dallo stile classico e consolidato, ma fatto molto bene e capace di attuare un equilibrio tra sana tensione e facili jumpscare.

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