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Philadelphia

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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La recensione su Philadelphia

di tafo
6 stelle

Ero piccolo ma la ricordo come una cosa brutta. Ero piccolo ma me lo ricordo che negli anni ottanta l'AIDS era la malattia del secolo. Ricordo le campagne di prevenzione che consigliavano di proteggere i propri rapporti sessuali e che segnalavano la diffusione della malattia.Oggi se ne parla meno, forse perchè riguarda di più l'Africa e i paesi poveri, in quel momento il problema era reale e sentito, oggi non so se è stato sconfitto o solo rimosso come peste delle società occidentali. Comunque ... il nostro questa volta non mi convince del tutto, in primo luogo troppi simboli, la città della costituzione americana come sfondo, i diritti civili che si sommano durante il processo, l'avvocato difensore nero, quindi doppiamente invogliato alla vittoria processuale. Questi simboli voluti o non voluti, negativi o positivi che siano sono abbastanza prevedibili e si legano nel film con un eccesso di sentimentalismo. Se da una parte è vero che in un film hollywoodiano di alto budget si punta quasi sempre su questi sentimenti. E' anche vero che in alcuni momenti l'atmosfera è troppo ovattata, per esempio quando Beckett dice alla famiglia di voler portare in tribunale i suoi ex datori di lavoro, tutti i familiari sono un tutt'uno nel consentire il processo, in quel momento la famiglia del mulino bianco al confronto sembra la famiglia Scazzi. La stessa parabola dell'avvocato difensore che passa dal disprezzo verso i gay e alla ignoranza sull'aids, alla difesa interessata ma sempre più convinta dell'ingiusto licenziamento di Beckett è forse un altro simbolo, che ci dice della capacità del film di convincere tutti quelli che lo guardano con pregiudizi. Personalmente mi resta il dubbio che morto Beckett, chiuse le luci sul film, si richiudano anche le teste e riemergano i pregiudizi. Comunque un film positivo perchè fa luce su uno dei problemi sanitari più importanti di quegli anni. 

Sulla colonna sonora

Convincere springsteen e neil young a scrivere due canzoni originali è il merito maggiore del film.

Su Jonathan Demme

spinge troppo sulle scene ad effetto.

Su Denzel Washington

probabilmente il vero protagonista, si  confronta con un mondo che non apprezza ma che si sforza di capire.

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