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L'etrusco uccide ancora

Regia di Armando Crispino vedi scheda film

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La recensione su L'etrusco uccide ancora

di GIANNISV66
8 stelle

Armando Crispino è stato un esempio di quel modo specificamente italiano di fare cinema, destreggiandosi tra i vari filoni, che ha portato il nostro paese ha produrre, soprattutto negli anni '60 e '70, pellicole cosidette "di genere", che all'uscita non godettero di particolari apprezzamenti da parte della critica ma che col tempo si sono prese la loro bella rivincita.
Il regista, biellese di nascita ma cresciuto culturalmente a Torino, raggiunse l'apice della sua produzione con due pellicole, Macchie Solari del 1975, a forte connotazione horror, e questo L'Etrusco Uccide Ancora anteriore di tre anni e costruito invece come un thriller.
Si tratta di una tipica produzione degli anni '70 cosa che rappresenta fondamentalmente l'elemento di fascino nei confronti dello spettatore.
Anzi in un certo senso ci troviamo di fronte ad un compendio di ciò che ha realizzato la cinematografia italiana in quel decennio, perché se è vero che la struttura è nella sua essenza quella del giallo, non mancano tinte decisamente gotiche in una vicenda di misteriosi delitti che sembrano mutuare le nefandezze di una antica divinità etrusca (il demone infernale Tuchulca), né riferimenti al cinema poliziottesco con inseguimenti automobilistici fra i vicoli di Spoleto o ancora elementi tipici di un certo cinema sentimentale di grande successo in quegli stessi anni.
E' onesto rilevare come la vicenda non scorra liscia e lineare come avrebbe potuto essere con una sceneggiatura un pò più solida, eppure anche i buchi logici della storia, così come i graffi rilevabili sulle immagini, alla fine diventano un elemento di ulteriore fascino, aumentato dalla visione sul grande schermo resa possibile dall'ultimo Torino Film Festival, che ha avuto la meritoria iniziativa di riproporre questa pellicola agli occhi degli appassionati.

Nella sua essenzialità L'Etrusco Uccide Ancora è un film ricco di elementi Argentiani, sbaglierebbe tuttavia chi pensasse a una scopiazzatura del regista romano da parte dell'assai meno famoso collega, poiché in questa pellicola si trovano particolari (il trauma infantile legato alla figura della madre, la musica che l'assassino fa partire prima di compiere i suoi delitti e le scarpe rosse, probabilmente simbolo del peccato - ma non andiamo oltre per non svelare nulle più del dovuto) che ritroviamo in due film di Argento (Profondo Rosso e Tenebre) cronologicamente successivi a questo.
Crispino sembra voler giocare con con alcuni dei tasselli fondamentali del mosaico del giallo italiano a connotazione horror e, come detto sopra, in qualche maniera anticipare l'opera di suoi più illustri colleghi, stupendo così il pubblico, e scegliendo per di più una ambientazione decisamente ammaliante quali le antiche terre della civiltà etrusca a cavallo fra Spoleto e Tarquinia.
Completano il tuffo negli anni '70 un protagonista (il semisconosciuto Alex Cord) che sembra il fratello quasi gemello di Maurizio Merli, la presenza di un caratterista tipico di quel cinema come Enzo Cerusico nonché della fascinosa Samantha Eggar (nei panni di una ambigua dark lady in bilico fra l'amore della sua vita e le certezze di un matrimonio di lusso), e di John Marley (in quello di un dittatoriale direttore d'orchestra, tanto geniale nel suo lavoro quanto insopportabile nella sua vita).
Film assolutamente godibile e decisamente interessante per quegli elementi su cui ci siamo soffermati più sopra.
Senza contare che Crispino ebbe pure il merito di aprire la stagione del thriller ad ambientazione archeologica, che tanto successo ebbe presso il pubblico italiano degli anni '70 e che toccò forse il suo apice non al cinema ma sul piccolo schermo, nello sceneggiato Ritratto di Donna Velata, esempio di una televisione che sapeva anche essere coraggiosa (vedi, a titolo esemplificativo, la serie Una Porta sul Buio).
Ma questo oltre ad essere un tasto dolente rappresenterebbe pure uno sconfinamento in un discorso che meriterebbe spazi ben più ampi.
Ringraziamo dunque il TFF per averci regalato questo gioiellino.

Su Armando Crispino

Interessante e ricca di idee. Un regista da riscoprire.

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