Regia di Armando Crispino vedi scheda film
Spaghetti thriller senza infamia e senza lode con una sceneggiatura meno fracassona della media (il movente del killer, ad esempio, è psicologicamente credibile anche se il modus operandi, connesso alla divinità etrusca, è incomprensibile), ma con evidenti limiti nella messa in scena. Fuori luogo, poi, i riferimenti orrorifici, con gli sceneggiatori che, in più di un punto, suggeriscono la presenza di forze paranormali che alla fine si scoprirà essere del tutto assenti.
La regia è più che sufficiente anche se, come già detto, la messa in scena si rivela mediocre (gli omicidi, seppur sanguinolenti, sono realizzati con un taglio amatoriale). Si sente, purtroppo, la mancanza di qualche virtuosismo, tanto che non si annoverano scene particolarmente memorabili e la cosa che resta impressa nella mente è solo l’inquietante sguardo del dipinto della diabolica divintà etrusca (vedere la copertina del film).
Interpretazioni appena sufficienti con un Alex Cord in versione Maurizio Merli di seconda fascia (il che non depone a suo vantaggio).
Molto buona la colonna sonora di Riz Ortolani con un main theme che ricorda lo splendido sound di “Cannibal Holocaust” e con un altro interessante brano di musica classica (davvero sinistro).
Mediocri fotografia e scenografie aspetto che penalizza sensibilemente il risultato finale. Sotto questi punti di vista basta confrontare l’opera con il successivo “Assassinio al cimitero etrusco”. Il film di Martino,infatti, pur essendo notevolmente inferiore dal punto di vista dello script, si presenta con una confezione assai migliore e per questo visivamente più affascinante.
Sufficienza piena, senza cadute nel trash, ma anche senza scene gustose. Voto: 6+
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