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Mariti e mogli

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Mariti e mogli

di mm40
6 stelle

Nonostante abbia più volte dichiarato che le sue opere non hanno nulla a che fare con la sua vita reale, Mariti e mogli è il legittimo prodotto di un periodo molto difficile – anzi forse il più difficile in assoluto – per Woody Allen: quello in cui alla separazione da Mia Farrow si aggiunsero polemiche, astio e accuse (alcune gravissime, per quanto infondate) che avvelenarono del tutto il clima fra i due e soprattutto la carriera di Allen. Questo è infatti un film nervoso, girato per lo più con una camera a mano piuttosto vivace – espediente insolito per il regista – e frequenti sono le scene di litigi, tradimenti, incomprensioni fra coniugi. Tutta la pellicola può insomma essere interpretata come una lunga seduta di psicanalisi che Allen fa a sé stesso per elaborare il lutto della separazione dalla Farrow (che fra l’altro è tra i protagonisti, come d’altronde l’autore/regista), ma i toni non sono mai del tutto tragici o nevrotici: Allen sa come sempre sdrammatizzare anche le realtà più fastidiose e angoscianti del quotidiano, mettendo in scena le piccole banalità e sciocchezze che rendono persino divertenti anche i momenti più difficili (e in tal senso sfodera di tanto in tanto qualcuna delle sue frasi fulminanti, come quella secondo cui ‘La vita non imita l’arte, la vita imita la cattiva televisione’). Ad amplificare la sensazione di ‘svuotamento del sacco’ di tanto in tanto i personaggi parlano al pubblico, sguardo in camera, delle sensazioni che provano riguardo alle situazioni che stanno vivendo: per ciò Allen potrebbe aver trovato ispirazione nei simili in­serti utilizzati da Bergman per Passione (1969). Nel cast anche Sydney Pollack, Liam Neeson, Judy Davis e la diciannovenne Juliette Lewis; fotografia piuttosto cupa di Carlo Di Palma, montaggio frenetico (giusto abbinamento per la camera a mano) di Susan E. Morse. Il risultato complessivo è un lavoro, insolitamente per Allen, più di pancia che di testa, caotico nel sovrapporsi continuo delle testimonianze dei personaggi, che sembrano comunque tutti vivere il medesimo disagio: quello dell’autore, checchè egli ne voglia dire. 6/10.

Sulla trama

Una coppia di mezza età divorzia: due amici, sposati anch’essi, vanno a loro volta in crisi.

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