Regia di Woody Allen vedi scheda film
I primi dieci minuti mi hanno semplicemente sconvolto: la fotografia è nervosa e volutamente confusa, i dialoghi aggressivi e disinibiti, "Mariti e Mogli" è "Manhattan" senza la sua confezione raffinata, newyorchesi hanno storie, si piantano, si lasciano, ritornano, si rilasciano tutto per arrivare a una situazione non definitiva e non conciliante. Il tormentarsi intellettualeggiante dei personaggi sembra fine a sé stesso. I personaggi che parlano e tossicchiano davanti alla macchina/psicanalista sono all'inizio irritanti, ma pian piano si impara a godere del nervosismo dei personaggi, cosa che invece non mi era riuscita con "Settembre", dove l'introspezione dava uno spettacolo insoddisfacente (il cinema per me non può essere separato dallo spettacolo). Qui il film per lo meno è salvato da un movimento sentimentale a cui ci si può affezionare oppure ribellare (dopo tutto "che ce ne frega?").
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