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Un eroe borghese

Regia di Michele Placido vedi scheda film

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La recensione su Un eroe borghese

di bradipo68
8 stelle

L'eroe più inconsapevole che borghese rispondeva al nome di Giorgio Ambrosoli ,avvocato civilista che un giorno ebbe la sventura di essere nominato curatore fallimentare di una banca facente parte dell'impero finanziario dell'avvocato Sindona.E se voler fare onestamente il proprio lavoro basta per diventare eroi(e Ambrosoli è un eroe e martire crollato sotto i colpi di un sicario per essersi rifiutato di ridimensionare il proprio lavoro giusto per far comodo al potente di turno) ebbene questo ci dice a che punto di non ritorno era(è) arrivata la nostra Italietta.Perchè se è vero che la storia di Ambrosoli è consumata tutta negli anni '70 è inevitabile accostare questi avenimenti a quelli che accaddero negli anni '90(quando uscì il film nelle sale) ed è altrettanto inevitabile vedere quanto simili a quelli siano gli scandali finanziari che hanno riempito le pagine dei quotidiani in questi ultimi mesi.Ricorsi storici per dirla con Vico.O semplicemente un gruppo di potere che pervicacemente perpetra i suoi crimini.Basta sostituire i nomi,ma cambiando gli addendi come mi insegna mia figlia il risultato non cambia(proprietà commutativa dell'addizione).Il film di Placido è un film antideologico,è un film di civile indignazione e di denuncia come se ne facevano negli anni 70,alla maniera di Rosi.Vibrante ma allo stesso tempo con quell'aria di mesta rassegnazione che ci fa capire che i tempi non sono maturi per il cambiamento.Dicevo che è un film antideologico perchè Placido si limita a riportare i fatti,tenendosi fuori da certi giochetti politici elettorali.Denuncia il malaffare di una certa classe politica ma evita la retorica.Si attiene ai fatti.Usa i nomi veri.Addirittura usa nel film le vere telefonate che ricevette Ambrosoli.Sui titoli di coda sentiamo anche la voce dello stesso Ambrosoli.Il film racconta della ragnatela di società e labirinti finanziari creati da Sindona che Ambrosoli,coadiuvato dal maresciallo della Finanza Novembre,pazientemente riesce a ricostruire renderli trasparenti e a sfilarglieli di mano.Una sorta di Wall Street stoniano ma con l'aggravante che Sindona è personaggio vero a differenza di Gordon Gekko.Accanto al lavoro dei due protagonisti è evidenziata anche la dimensione privata di due uomini votati al loro lavoro più di quanto ammettano loro stessi.Una dimensione familiare calda,un rifugio da tante amarezze che contrasta con il mondo di carte e di numeri con cui vengono in contatto ogni giorno.Il Placido regista non sbanda quasi mai così come non sbanda nemmeno il Placido attore(e questa è un assoluta rarità).Omero Antonutti incarna un Sindona mefistofelico(e non so quanto causale sia la sua scelta in fase di casting ,lui che con i baffi sembrerebbe una copia fotostatica di Guido Calvi anche lui implicato in questa rete di scandali)La vera scoperta è però Bentivoglio:un eroe (borghese)silenzioso,quieto ma deciso,indomito,deciso a combattere la sua battaglia per la legalità .Una prova magistralmente sotto le righe che ricostruisce la figura del vero Ambrosoli.Uno diventato eroe(e martire) perchè onesto.Brutto segno.

Su Michele Placido

non sbanda come gli è successo troppe volte

Su Fabrizio Bentivoglio

ottimo

Su Michele Placido

intepretazione misurata

Su Omero Antonutti

mefistofelico

Su Laura Betti

incide

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