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Campane a martello

Regia di Luigi Zampa vedi scheda film

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La recensione su Campane a martello

di jonas
6 stelle

Dopo la partenza degli ultimi soldati americani da Livorno una prostituta riceve il foglio di via per il suo paesello campano, dove ha mandato al parroco i risparmi di una vita per farseli custodire e ora spera di aprire una sartoria con una “collega” (una Yvonne Sanson insolitamente bionda platino): ma il parroco è morto, e il successore (quasi) ignaro ha usato i soldi per mettere in piedi un orfanotrofio; intanto i compaesani la considerano una benefattrice, e l’ex fidanzato vorrebbe ricominciare da capo. Il gioco degli equivoci offre lo spunto a una satira fin troppo scontata sull’egoismo dei notabili locali: nulla a che vedere con Anni ruggenti dello stesso Zampa, ugualmente incentrato sull’arrivo di un estraneo che tira fuori il marcio. Eduardo ha un personaggio un po’ ambiguo, per il quale il fine giustifica i mezzi, e offre il meglio di sé nella vibrante scena che dà il titolo al film: quella in cui rivendica il merito di aver raccolto dalla strada le tante bambine figlie della guerra, seminate dai soldati passati di lì e rifiutate dalle loro mamme, e dichiara di non potersene più occupare per mancanza di fondi. Segue prevedibile finale edificante.

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