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L'uomo di Aran

Regia di Robert Flaherty vedi scheda film

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La recensione su L'uomo di Aran

di maso
4 stelle

Vi ricordate quando Fantozzi elencava le pene filmiche imposte a lui e ai suoi colleghi da Guidobaldo Maria Riccardelli in un arco ventennale?

C'erano La corazzata Potemkin, diventata Kotemkin per motivi di copyright, che lui definiva in una battuta storica "UNA CAGATA PAZZESCA" e che dopo la visione posso affermare sia un capolavoro assoluto del cinema espressionista, Dies Irae che è un film danese che non ho avuto modo di vedere anche perchè a sua detta sono diciotto bobine e quindi anche se so che non è vero aspetterò a vederlo, e L'uomo di Aran di Flaherty che non è composto da nove tempi ma ne dura poco più di uno, io poi ho visto la versione doppiata in italiano che dura poco meno di un ora e quindi credo che al ragionier Fantozzi fu fatto vedere 9 volte di fila nella stessa serata o si fosse lasciato devastare dalla pesantezza del film credendo durasse dieci volte il suo tempo effettivo.

Per me L'uomo di Aran è la vera cagata pazzesca della collezione privata del dottor Riccardelli: è un film coraggioso per intenti e visto l'anno di realizzazione anche apprezzabile vista la tecnologia di allora ma secondo me Flaherty era un sognatore più che un regista e non avendo esempi concreti ai quali ispirarsi il suo cinema risulta essere stressante per gli occhi e devastante per la psiche con l'attenzione alle immagini che va a diminuire col passare della proiezione.

L'uomo di Aran è la storia di un pescatore e della sua famiglia che vive in uno dei tre isolotti dell'arcipelago di Aran, a 50 km a largo delle coste irlandesi: credo che definirle isole sia un insulto alla Sicilia o a Cuba, le cito perchè ci sono stato, quelli di Aran sono tre scogli di grandi dimensioni costituiti da roccia calcarea con coste a strapiombo sul mare ed un terreno che non è assolutamente coltivabile, la più piccola è larga tre chilometri e lunga due e ci vivono a malapena trecento disgraziati maledetti da Dio perchè nella sfiga di nascere in un posto del genere hai il rincaro di finire nella peggiore delle tre isole.

Si ma molti turisti ci vanno tutti gli anni Maso! Davvero.......e quanti ci sono rimasti a vivere? Se fate un sondaggio viene fuori O, mi ci gioco la chitarra di Brian May della quale sono gelosissimo.

Gli scoglioni di Aran sono l'anticamera dell'oceano atlantico tanto che quei poveri disgraziati che ci abitano se non ne possono più non devono far altro che chiudere gli occhi e buttarsi di sotto o impacchettare armi e ritagli e dirottarsi verso altri lidi come farei io senza indugi.

Io odio il mare, è un elemento che mi terrorizza, e il mare di Aran è davvero inesorabile, frustato da un vento gelido e violentissimo e da questo punto di vista Flaherty fa un buon lavoro di documentazione sulla forza della natura e l'uomo che deve lottare contro di essa per sopravvivere ma il suo film è classificato come un ibrido fra il documentario e il film canonico e da questo punto di vista è un casino totale, i personaggi non sono attori ma semplici autoctoni e sovente le sue riprese sono maldestre, scentrate, o troppo strette o troppo lontane, inquadra le figure ma mozza le teste, e con la camera a mano non ha i mezzi e l'esperienza per ottenere immagini effiicaci che le tecniche di allora non gli permettevano.

L'aspetto peggiore del film è però il montaggio: ci sono dei momenti in cui ho tirato il fiato per cinque secondi e il mal di testa che la visione mi stava causando sembrava affievolirsi, e poi via si ricominciava con la tortura imposta dai frames che durano a malapena mezzo secondo, appiccicati ed inseriti in una mitragliatrice puntata sui tuoi occhi.

La sequenza della caccia allo squalo, che è anche interessante e paurosa per certi versi vista la dimensione abnorme del mostro marino lungo più della barca che gli da la caccia, è un massacro occipitale: il tuo cervello nell'arco di tre secondi vede un pesce, un arpione. una corda, una coda, una barca, una testa, una pinna, un pescatore. un remo, di nuovo una coda, uno che dice "attento",      un' altra corda.......cioè.....porca eva! Ma Flaherty lo sapevi montare un film?

Stendiamo anche un velo pietoso sugli intercut messi nei punti più assurdi della pellicola, frames delle pecorelle, inquadrature dello squalo sezionato talmente strette che non si capisce una mazza, della moglie del protagonista che svuota la cesta piena di.....piena di.....boooo?

L'uomo di Aran è il film con il peggior montaggio della storia del cinema e non mi dite che è un prodotto del suo tempo perchè L'Atalante di Vigo in confronto sembra fatto nel 2001.

Forse la versione ufficiale di 73 minuti è un po' meglio ma a me questa è bastata per cui non la vedrò.

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