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Settembre

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Settembre

di luisasalvi
6 stelle

Mereghetti ha visto un altro film. Il settembre del titolo è il futuro imminente e spesso evocato, con speranza o paura, per progetti irrealizzabili o ritorno alla realtà dopo l'evasione adultera. La scena, "classica", è una casa, per 24 ore, verso la fine di agosto. Lane non ha ucciso il violento patrigno che picchiava la madre, ma se ne è accusata su imposizione degli avvocati e della madre, ex attrice, vanesia e solidamente volgare e egoista. Lane si è innamorata di uno scrittorucolo in crisi, alle prese con un romanzo autobiografico forse profondo, che Lane ammira; ma lui sceglie la facile proposta della ex attrice, di scriverne la biografia avventurosa e superficiale, già richiestale dagli editori, così come sceglie una facile avventura con l'amica di Lane, che sa bene che tornerà dal marito stimato e dalla famiglia amata (così dice), ma "freme" di irresistibile tentazione autocompiaciuta. Unico attento al dolore di Lane, un vedovo troppo più anziano di lei e troppo convenzionalmente delicato per poterla affascinare. Del resto, per lui l'amore nasce da egoistico (e confessato) timore della solitudine che lo aspetta a settembre. Il personaggio del nuovo compagno della madre, importante fisico nucleare, è un assurdo parto di un regista intellettuale ignaro di fisica, che lo rende superficiale e grossolano, ma grato alla sua compagna che lo consola della angosciante visione di un universo senza Dio; ma stilisticamente non disturba: è ben inserito nel film e coerente alla vicenda e a tutto il gruppo di egoisti che ruota attorno al dramma di Lane; basta cancellare il fatto che sia un illustre fisico e farne magari un ricco allevatore che legge e pretende di capire libri divulgativi di fisica, come Allen. La più agghiacciante è l'amica, che provoca sottilmente lo scrittore, fingendo di non capire, poi di resistere, infine di averlo amato dal primo momento, secondo il cliché, per poi ripiegare su un altrettanto convenzionale rimorso e confessare, falsando ancora, a Lane; finché, con totale indifferenza, alla fine mette il disco amato dallo scrittore, mentre incoraggia Lane ad affrontare da sola il settembre, e si prepara a lasciarla sola per tornare felicemente alla famiglia. Per chiarirne l'ipocrisia, Allen introduce sottili notazioni (sfuggite agli ottusi), come quando, dopo aver rifiutato l'invito dello scrittore a passare la notte con lui, accenna a rientrare in casa ma subito, visto che lui non la trattiene, richiude la porta e lo segue.

Non mi è facile partecipare a tutti questi drammi trattati senza l’ironia e il distacco che la loro inconsistenza richiederebbe, nonostante la consapevolezza che molta parte della vita e dei drammi borghesi sono di questo genere; sicché il tono malinconico del film può essere attribuito a questa amara constatazione sul diffuso autolesionistico egoismo mascherato da amore a da illusioni, anziché a partecipazione a quei falsi drammi, che diventano veri solo nel loro insieme e nella loro vacuità capace di distruggere le persone.

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