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Camera con vista

Regia di James Ivory vedi scheda film

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La recensione su Camera con vista

di Antisistema
8 stelle

Arredatore o maestro del melodramma? Cos'è esattamente James Ivory? Il regista californiano, rinomato per gli adattamenti di opere letterarie, che fanno della costruzione scenografica e dei costumi i punti di forza di un cinema fortemente prezioso e minuziosamente costruito nella messa in scena, da venir tacciato da molti di freddezza, estetismo e mero arredamento; non si può negare che parte delle opere in costume degli ultimi 30 anni, debbano la loro rinascita al lavoro di Ivory, che fece rifiorire il genere da metà anni 80' grazie sia ai successi commerciali che di critica dei suoi lavori, ed indubbiamente anche se non siamo innanzi ad un genio della settima arte, non tutte le sue pellicole si possono liquidare come quadretti artificiosi d'epoca senza alcuna anima, dimostrando di possedere nei suoi lavori migliori un contrasto tra la forma del dramma in costume con il profondo scavo psicologico dei personaggi, che toccherà il massimo apice con Quel che Resta del Giorno (1993), anche se Camera con Vista (1985), è il primo grande film din un regista che ne rivela il talento quando è nei momenti migliori di ispirazione. 

Gli studi di architettura di Ivory sono pienamente visibili nella prima metà dell'opera ambientata ad inizio 900' in Italia, nella città di Firenze, meta di visita da parte dell'aristocrazia e l'alta borghesia inglese, tra cui la giovane Lucy Honeychirch (Helena Bonham Carter) e la sua cugina molto più anziana Charlotte (Maggie Smith), le quali fanno conoscenza con altre persone del loro paese, tra cui gli eccentrici Emerson padre e figlio George (Julian Sands). Il regista ci regala scorci del capoluogo Toscano da ingolazioni e punti di vista originali e poco consueti, regalando inquadrature architettoniche della Firenze rinascimentale con le sue chiese antiche, gli affreschi di Giotto e le statue di Michelangelo, ma anche il moderno che si mescola all'antico, con la magnifica inquadratura del fiume Arno la cui corrente viene indirizzata dalla tecnologia dell'uomo, immagine che esemplifica la meraviglia che può scaturire dall'architettura organica e la commissione antico-moderno, al tempo stesso diventando manifesto dellla bellezza e del progresso che può derivare dalla fusione tra la decadente classe aristocratica (Lucy) e il vitalismo della oramai affermata borghesia (George). 

Lucy esteriormente è costretta ad un conformismo sociale rigido impartito dall'educazione consona alla sua classe d'appartenenza, ma è una costruzione artificiosa che contrasta con la sua vera indole che emerge impetuosamente tramite il suono delle sinfone di Beethoven al pianoforte, tramite le quali si manifesta l'intima indole della ragazza, nascosta a tutti, tranne al giovane Geroge Emerson in grado di carpire questo lato nascosto e rubarle un bacio in un paesaggio di campagna fiorentina, dai chiari connotati impressionisti. 

 

Julian Sands, Helena Bonham Carter

Camera con vista (1985): Julian Sands, Helena Bonham Carter

 

Chiaramente la parte inglese risulta indubbiamente più accademica, più impostata e meno originale nella messa in scena rispetto alla prima aprte ambientata in Italia, andando a rimarcare la superficialità e la rigidezza snob della classe aristocratica impersonata da Cecil Vyse (Daniel Day Lewis), futuro sposo di Lucy, un gentiluomo di Londra, dai modi sofisticati, impostati e fortemente sprezzante verso i campagnoli e le atitvità fisiche, prediligendo le discipline artistiche, che però l'uomo vive solo come erudizione da collezionare e non come strumento di arricchimento utile da applicare nella vita sociale, la distanza che lo separa da Geroge è abnorme nonostante condividano entrambi interessi nella lettura, ma Cecil concepisce i libri come mezzo per affermare e mettere in mostra sè stesso, finendo con il trattare Lucy come oggetto da mettere a lucido per l'invidia di tutti nella sua "collezione", mentre George legge Byron ed applica fino in fondo il significato romantico posto alla base della poesia del poeta inglese, fatta di una tensione irrequieta mai appagata, privilegiando lo sviluppo della propria e altrui persona tramite gli atti, riuscendo a mettere in pratica la teoria, coinvolgendo e lasciandosi coinvolgere dagli altri senza problemi anche con iniziative poco consone come fare il bagno in un laghetto caro alla famiglia Honeychurch, tanto tedioso e decorativo quando Lucy e Cecil si erano appartati in quel luogo, quanto improvvisamente ricolmo di vitalità anti-conformista quando Freddy, fratello di Lucy, invita George ed il reverendo Beebe a fare un bagno nudi, tramite cui Ivory costruisce una situazione comica ma al tempo stesso "sovversiva", divertendosi a mostrare i nudi integrali di questi tre uomini che lontano da tutti si divertono e rincorrersi tra loro finchè non finiscono sotto lo sguardo imbarazzato, ma divertito, di Lucy e quello moralista e sconvolto di Cecil che evidentemente si vergogna di vedere davanti a sè, ciò che ogni mattina dovrebbe vedere allo specchio. Se i personaggi di Lucy e Charlotte sono quelli più costruiri meglio nelle loro finezze psicologiche, George e Cecil rimangono per tutta la loro durata due figure tipiche del melodramma nella loro costruzione senza sussulti narrativi, a cui Ivory ovvia poggiandosi molto sui loro interpreti Julian Sands, raramente su questi livelli ed un giovanissimo Daniel Day Lewis non ancora il mostro di recitazione che diventerà negli anni 2000 in cui si potrà classificare tra i migliori 10 attori di cinema di sempre, ma comunque talentuoso nel dare una verta vitalità ad un personaggio rinchiuso negli schemi precostituiti della figura ossessiva-puntigliosa. 

Costato poco più di 3 milioni, il film di Ivory ne incassò oltre 20 in tutto il mondo, contribuendo alla rinascita del dramma in costume, in virtù anche del grande successo critico e di premi tributatatgli, tra cui ben 8 nomination agli oscar e vittorie per miglior sceneggiatura non originale, costumi e scenografie.  

 

Helena Bonham Carter, Julian Sands

Camera con vista (1985): Helena Bonham Carter, Julian Sands

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