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Racconto crudele della giovinezza

Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Racconto crudele della giovinezza

di ed wood
8 stelle

All'epoca deve essere stato un bel pugno nello stomaco. Forse oggi suona un po' datato, anche a livello stilistico. Resta comunque ammirevole per la capacità di sovrapporre ad una disperata vicenda melodrammatica (con la componente sado-masochista tipica di tanto cinema nipponico, da Mizoguchi e Kitano) una disincantata riflessione inter-generazionale sul Giappone, la sua Storia recente e le sue sconfitte politiche. Merito di una sceneggiatura articolata, in cui alla coppia di protagonisti (ribelli senza causa, tra Nick Ray e Pasolini, interpreti della seconda ondata di "gioventù bruciata", quella che non sogna più e che pretende ingenuamente di opporsi alle ingiustizie della società adottandone la medesima logica perversa: sfruttamento delle persone, strumentalizzazione dei sentimenti, egoismo, sete di denaro, sopraffazione del più debole, umiliazione della donna) si affiancano altri personaggi come la sorella maggiore e il suo ex-amante-rivoluzionario, ora medico (i quali incarnano invece i ribelli con una causa, quelli della prima ora, quelli che davvero sognavano un mondo migliore e che ora si trovano a commiserare il loro fallimento). Il momento clou del film è quando i due giovani amanti, chiusi in una camera, ascoltano il discorso straziato degli ex-contestatori, che affermano, dopo l'aborto della ragazza: "Siamo testimoni di un secondo fallimento". Questa presa di posizione anti-abortista potrebbe sorprendere, ma in realtà è coerente con la cronica disperazione di questo film, in cui Oshima non salva nessuno: borghesi, oppositori, giovani, donne, sono tutti colpevoli. Qualche snodo narrativo non convince del tutto, così come l'estetica pare talora eccessivamente sciatta (nonostante certe inquadrature irregolari, che paiono voler incrinare, con tutto il furore iconoclasta di questa Nouvelle Vague del Sol Levante, l'orizzontalità, la compostezza, il rigore del cinema dei padri, Ozu e Kurosawa in particolare). Resta comunque un testo fondamentale per comprendere il clima del Giappone dell'epoca, nonchè alcuni tratti del cinema di Oshima.

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