Regia di Nagisa Oshima vedi scheda film
Non ho capito se Ghezzi l'ha mandato in onda come contrappunto alla rappresentazione della gioventù italiana cinematografata oggi (quella di Gabriele Muccino per intenderci). Rispetto ad un regista borghese che parla ai borghesi di borghesia il film di Oshima sembra trasmesso dal futuro. L'Italia, si sa, è indietro culturalmente, rispetto agli altri paesi della cosiddetta civiltà occidentale di almeno un mezzo secolo. Ci sono questioni sociali che gli altri hanno discusso e digerito mentre da noi sono sempre ed ancora in corso. Purtroppo la Chiesa Cattolica è, dal tempo della contro-riforma un filtro culturale potente che solo Fellini è riuscito a scalfire. Da noi la grande tragedia della nostra generazione è solo il fatto di non riuscire più ad eternizzare la Sacra Famiglia. La felicità dell'individuo è una bestemmia. Che grande tragedia! Però poi la società italiana è piena di impedimenti alla realizzazione della persona. Il lavoro non si trova ed è spesso sottopagato e a nero per cui i giovani senza mamma e papà alle spalle hanno possibilità quasi nulle per staccarsi dalla Sacra Famiglia favorendo così l'esercizio dell'autorità genitoriale deterrente. I contratti lavorativi e abitativi sono generalmente a nero. Il costo di un affitto supera la metà degli stipendi. Se Oshima fosse vissuto in Italia altro che "Racconto crudele della gioventù" ne sarebbe uscito fuori. Quì c'è la possibilità di raccontare il nulla in presa diretta. Purtroppo i quaraquaqua formano una casta che domina la vita sociale.
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