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Uomini veri

Regia di Philip Kaufman vedi scheda film

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La recensione su Uomini veri

di Dom Cobb
8 stelle

Nell'ottobre del 1947 il pilota collaudatore Chuck Yager, a bordo del Bell X-1, è il primo uomo ad abbattere il muro del suono. Nel corso degli anni successivi, oltre ai nuovi record di velocità, gli USA avrebbero scelto gli uomini con "la stoffa giusta" per diventare astronauti e battere sul tempo i russi nella corsa allo spazio, fino ad arrivare al maggio 1963, quando l'astronauta Gordon Cooper avrebbe compiuto 22 orbite attorno alla Terra, nel corso della missione Mercury-Atlas 9. "Uomini Veri" è un film che ripercorre 25 anni di storia americana: gli anni incandescenti della Guerra Fredda tra USA e URSS ed il loro scontro per la supremazia spaziale (un nuovo campo di battaglia), la quale sarebbe stata indispensabile, si pensava, anche per la supremazia politica mondiale. Seguendo le orme del libro di Tom Wolfe ("The Right Stuff"), il film descrive la cronaca di questa "scalata" verso il cielo da parte degli Stati Uniti, mettendo in scena le missioni e la storia degli uomini che vi parteciparono. Le carte vincenti di "Uomini Veri" sono essenzialmente due: i fatti vengono raccontati con i tempi e i modi di un'avventura, allontanando così il film dall'essere solo un documentario e dotandolo, di contro, di spettacolarità e briosità. La seconda carta vincente è merito del regista Philip Kaufman (responsabile anche della riuscita riscrittura della sceneggiatura), che gira un kolossal di stampo aerospaziale che è, al tempo stesso, un film d'autore, nel quale tutte le derive politiche di quegli anni vengono viste con spirito critico ed ironico. Da questo punto di vista si tratta di un film molto meno retorico o patriottico di quel che si potrebbe pensare: gli astronauti prescelti diventano "vittime" e protagonisti volontari dello star-system; il fatto di essere anche considerati alla stregua di "scimmie" da sparare nello spazio e cavie durante tutta la sessione degli esami medici; il potere del denaro legato a doppio filo al potere della politica. Insomma, secondo Kaufman tutti quanti - sia uomini politici che uomini dotati della "stoffa giusta" - rientrano in questo teatrino. Non per niente, una delle caretterizzazioni più politicamente scorrette è data dall'attore Donald Moffat per il ruolo del Vicepresidente (poi Presidente successore di Kennedy) Lyndon Johnson, visto come un texano "duro e puro". Oppure il personaggio (a tratti quasi ridicolo) dell'agente governativo di Jeff Goldblum, che come astronauti propone, al posto dei piloti dell'Aeronautica, addirittura trapezisti ed altri uomini di circo. Cast da grandi occasioni, con Gordon Cooper interpretato da Dennis Quaid, ma ci sono anche Fred Ward, Scott Glenn, Ed Harris (molto somigliante nei panni di John Glenn), Lance Henriksen. Sam Shepard interpreta il Capitano Chuck Yager. Ed è proprio da Yager che Kaufman ritorna, ripetutamente, nel corso del film: si nota che l'ammirazione del regista è rivolta soprattutto a questo "asso del cielo", non conforme al programma spaziale, perchè dotato di un carattere ben poco malleabile per essere dato in pasto ai mass-media. La sua volontà di volare soprattutto per passione, rispetto alle gratificazioni materiali dei suoi colleghi astronauti (fama, denaro, donne) ne fanno un "eroe" di maggior spessore. Tutto il pre-finale del film, emozionante e vibrante, è dedicato proprio a Yager, il quale porta il proprio caccia Lockeed F-104 fino alla quota di tangenza: fino ai limiti dell'atmosfera, cioè, in modo che, anche se solo per pochi attimi, riesce a scorgere le stelle e la profondità dello spazio. Tutte le successive pellicole che hanno trattato questo argomento sono debitrici di questo film (un esempio: "Apollo 13"), ma "Uomini Veri" resta ancora, nonstante gli anni, un punto di riferimento per la ricostruzione tecnica e storica di un'epoca. Vincitore di diversi Oscar "tecnici", merita di essere ricordato anche per la colonna sonora composta da Bill Conti (anch'egli premiato), che sa essere epica e di grande respiro. Purtroppo Philip Kaufman - già di per sè regista poco prolifico -  non è più riuscito a ripetere un tale exploit in termini qualitativi: merita di essere ricordato, forse, per un thriller girato dieci anni dopo questo film: "Sol Levante". Forse meno conosciuto rispetto ai suoi effettivi meriti, "Uomini Veri" rappresenta tre ore (circa) di grande cinema appassionante o, per usare una battuta, che "vola via" che è un piacere.  

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