Regia di Chen Kaige vedi scheda film
Due giovani attori dell’Opera di Pechino, mandano avanti un rapporto di strettissima amicizia, se non quasi d’amore, fino a quando uno dei due sposa una prostituta. Da quel momento il loro rapporto andrà ad incrinarsi, favorito anche dal maoismo e dalla rivoluzione culturale che in quagli anni influenzava la Cina. Tragico Epilogo.
Vincitore della Palma d’Oro al Festival di Cannes 1993, “Addio mia concubina”, è il classico polpettone filodrammatico, che approfondisce gli aspetti storici dell’epoca della vicenda. Ciò non tolga che la prima parte basata sui rapporti interpersonali e sentimentali, sia perfetta, giocata sugli sguardi e sui pensieri, ma che la seconda approfondendo in una maniera eccessivamente opulenta e kitsch, aspetti politici, ideologici e sociali del periodo maoista, diventi prevalentemente confusa, intellettualoide e stucchevole. Chen Kaige, concretizza, pensieri astratti quali l’intromissione artistica nella vita e l’omosessualità intesa come legame di grande amicizia, con una splendida fotografia ed una caratterizzazione unica dei personaggi, per il resto cade eccessivamente in dialoghi banali e piagnucolii irritanti. Ad ogni modo, le musiche e le ottime interpretazioni, danno maggior peso morale e cinematografico ad un film che è prima di tutto, un esasperata ma struggente ricostruzione di un epoca, e di chi l’ha vissuta.
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