Regia di Chen Kaige vedi scheda film
Capita anche a Cannes qualche volta,non solo agli Oscar.Un film come "In the mood for love" (il capolavoro di inizio millennio)è stato ignorato,ma almeno è stato premiato un bel film:"Dancer in the dark" (l'unico ottimo film di von Trier,regista sopravvalutatissimo),ma nel caso di "Addio mia concubina" c'è qualcosa in più.Affiancarlo al bellissimo "Lezioni di piano" di Jane Campion è un gesto inspiegabile.E' un affresco di storia cinese 1925-77,dove si vorrebbe intrecciare un triangolo sentimentale con le disgrazie e gli splendori (pochi) di Pechino.Chen Kaige,prima del recente naufragio hollywoodiano,gira questo polpettone infinito (interminabili i 169' minuti!)e un po' presuntuoso.Non ha lo stesso sguardo distaccato di Hsiao-Hsien per mostrare la cultura di un popolo,ma non è praticamente mai nemmeno incisivo.Ecco allora uno stile patinato e leccato al servizio di una storia oltretutto difficile da prendere sul serio.In questo modo la parola forzatura viaggia senza problemi (comprsa la recitazione degli attori).E' un finale tragico e definitivo non riesce proprio a convincere.Sopravvalutato e disonesto nel mettere tanta carne al fuoco. VOTO 4 ½
Ed anche una delle attrici orientali più affascinanti ed incisive cade in questa trappola...
Bravo certo.Perfettino,abbondante e quindi vuoto.Inutile la voglia di realizzare qualcosa di grande.
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