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L'uomo ragno colpisce ancora

Regia di Ron Satlof vedi scheda film

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La recensione su L'uomo ragno colpisce ancora

di Tiaz gasolio
6 stelle

L'uomo ragno – colpisce ancora - La Recessione.

Continua l'operazione nostalgia dello staff della Recessione. Questo settimana ci sollazziamo con il secondo film dedicato all'Uomo Ragno. Per chi non lo conoscesse, è il supereroe che sfreccia tra i palazzi di New York sparando ragnatele dai polsi e che finora è stato quello più stuprato sul grande schermo. Abbiamo visto morire i cari del nostro eroe per anni, e ogni volta ci siamo subiti il solito pippone: protagonista che acquisisce i superpoteri, zio che muore, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, nemico sconfitto, il tutto con attori protagonisti ogni volta sempre più giovani, tanto che al prossimo giro probabilmente avremo un ragazzino delle elementari.
Ma nel '77 agli sceneggiatori non gliene fregava un cazzo di spiegarvi tutte le volte la genesi del supereroe, perché o avevi letto i fumetti e avevi una minima conoscenza di base o avevi visto il primo film e ti potevi fottere. Ritroviamo quindi l'Uomo Ragno interpretato da Nicholas Hammond già fatto e finito, come sempre fotografo in erba che lavora per il classico giornale della Grande Mela con tanto di capo redattore stronzo taccagno. Ma è quando indossa la calzamaglia che Nicholas Hammond ci fa sognare. Come nel precedente film, il protagonista non è per niente fisicato, quindi niente muscoli che guizzano sotto il pigiamone. Quando è in servizio, si muove ingobbito come un ladro dei cartoni animati, o come uno zio prete colpito dalla sciatica; forse la camminata dovrebbe replicare i movimenti sinuosi attribuiti all'eroe, ma risulta più simile a un anziano incontinente in cerca di un cesso. Inoltre, dicono a causa delle ingombranti macchinette spara-ragnatele, le sue mani sembrano avere una paresi e rimangono sempre aperte. Al suo fianco, nel ruolo di protagonista femminile o, meglio, gnocca di turno, abbiamo Joanna Cameron, una vera gnocca d'altri tempi che brella di una sodezza senza ritocco, paladina delle donne senza reggiseno, che mostra un'avversione marmorea alla gravità; un personaggio che non avrà un grosso sviluppo o una funzione particolare all'interno del film, a parte deliziare gli occhi dei maschietti.
I nemici di questo film non solo altri calzamagliati con superpoteri, ma dei trafficanti d'armi che rubano dell'uranio per venderlo al miglior offerente. Pensate, il terrorismo era già di moda nel '78. Ad agevolarli in questa impresa, abbiamo un gruppo di studenti rivoluzionari sinistroidi più rincoglioniti del mondo, perché oltre a prelevare l'uranio dall'università costruiscono anche una bomba per dimostrare che l'uranio è facile da maneggiare, finendo per intossicarsi con le radiazione come dei cretini e fornendo ai trafficanti un prodotto pronto uso da inserire subito sul mercato.
La trama stupisce lo spettatore, riuscendo a non risultare banale grazie a vari intrecci che rendono il tutto dicretamente interessante: le indagini della polizia, la scelta dei sospettati, l'accusa nei confronti dell'Uomo Ragno, tutto viene messo in scena bene e risulta meno banale della maggior parte dei film dedicati ai supereroi, pieni di banalità e che si muovono ormai su dei binari ben definiti.
Come ovvio sul campo effetti speciali non vedremo mai volteggiare il super eroe tra i palazzi, piuttosto lo vedremo trainato da un cavo mentre finge di muoversi attaccato a una parete, un po' come vedere una persona che finge di nuotare sull'asfalto, ma d'altronde non si può pretendere molto di più da un film a basso budget per la televisione. In conclusione, il secondo capitolo dedicato all'Uomo Ragno per niente fatto male con una trama non banale che inserisce al suo interno messaggi importanti, quali la lotta alla proliferazine del nucleare; d'altronde ai tempi in cui non si poteva contare su efetti speciali della madonna almeno un po' di sostanza bisognava inserirla.
per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
#larecessione 

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