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La morte cavalca a Rio Bravo

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

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La recensione su La morte cavalca a Rio Bravo

di maso
2 stelle

 

Da tempo desideravo dargli un'occhiata per poter dire di aver visto tutti i film dello zio Sam ma non mi aspettavo un grande spettacolo, purtroppo ho constatato che è molto peggio di quello che mi aspettassi e comincio anche a capire la sua ardua reperibilità, probabilmente imposta proprio dall'autore che già con il successivo "Sfida nell'alta sierra" farà un salto qualitativo mastodontico.

Gli aspetti positivi di "La morte cavalca a Rio Bravo" si riducono ad una manciata di inquadrature vive ed innovative che al tempo della sua realizzazione misero sicuramente in mostra il talento di Peckimpah, favorito anche dalla bella fotografia di William H. Clothier.

La capacità dello zio Sam di cavalcare con la sua m.d.p. si nota già in questo film che per il resto mi duole dirlo è veramente orrendo, sporcato com'è da scelte formali insulse che faccio fatica ad associare ad un cineasta così talentoso: ad esempio l'uso della musica sovente inappropriata è da fucilata in fronte, con un livello audio che va a soffocare i dialoghi oltre che a rovinare il tono di certe sequenze.

Il cast è mediocre e a parte la O'Hara i tre attori protagonisti sono davvero poco dotati: Keith non ha le espressioni giuste per fare il pistolero romantico e quando mostra la cicatrice sotto il cappello che non toglie mai perchè ha subito uno scalpo pur avendo tutti i capelli mi viene da chiedermi se chi ha scritto questa storia fosse al corrente che se non hai il cuoio capelluto i tuoi capelli non cresceranno mai più, Steve Cochran lo avevo visto ne "Il Grido" di Antonioni e non mi era sembrato questo fenomeno e qui il suo personaggio di pistolero dal bacio facile è mal scritto mal interpretato e mal vestito, il baro impellicciato interpretato da Chill Wills non è ne inquietante ne ironico, in più le sparatorie mal montate che li coinvolgono sono prive sia di sangue che di fori in corpo evidenziando una messa in scena pigra ed inverosimile.

La storia si riduce ad un viaggio nei territori indiani di questi tre mediocri personaggi che devono scortare una ballerina nel cimitero dove è sepolto il padre del figlioletto ucciso accidentalmente dal personaggio interpretato da Brian Keith.

Gli indiani pure timbrano il cartellino, ma sono anonimi come il resto ed anche nella scena in cui la O'Hara fa fuori quello che le da la caccia sono rimasto sconcertato dalla scelta di regia becera poichè il volto dell'ndiano è inquadrato in primo piano come se fosse vicinissimo alla donna ma poi scopriamo dalla successiva inquadratura che si trova in un androne della caverna ben lontano dalla sua preda, montaggio sconcertante e di pessimo gusto che verrebbe notato anche da un ammiratore di B movies.

Mi sembra scontato dire che è il peggior film di Peckimpah senza possibilità di obiezioni: credo si sia fatto parecchi whisky mentre lo girava ma a quanto pare in postproduzione gli fu impedito di montarlo come avrebbe voluto e questo forse giustifica tutti gli obrobri che mette in mostra tanto che il vecchio Sam lo detestava.

Maureen O'Hara

Brava ma non salva certo il film.

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