Regia di Robert Wise vedi scheda film
In una villa in campagna sono avvenute strane morti nell' 800. A distanza di diverse dcine di anni uno studioso del paranormale, il dottor Markway, decide di verificare se veramente questa villa sia maledetta. Perciò, chiede ad altre tre persone di aiutarlo nei suoi studi, invitandole a passare qualche giorno all'interno di questo luogo sinistro. Oltre all'erede e ad una lesbica dalle apparenti dure maniere, vi è anche la fragile e strana Eleanor. La casa la sta chiamando a sé o è frutto della sua mente fiaccata da anni di insicurezze e repressioni?
Wise gioca con l'ambiguità dall'inizio alla fine e questo è uno dei punti di forza di The Haunting. Un'ambuiguità insita tanto negli oggetti quanto nei soggetti. Un'ambiguità che va di pari passo con la suspense creata ad hoc dal taglio espressionista delle luci; dalle opprimenti scenografie barocche; dalle profonde e buie inquadrature "wellesiane" spesso dal basso verso l'alto; dal gioco dei rumori; dai normali particolari che si trasformano in angosciose presenze (la maniglie, le porte che sbattono).
Qui non ci sono spargimenti di sangue. La morte rimane fuori campo. Qui tutto è giocato sul tempo dell'attesa, sul buio, sull'intravisto, sul percepito.
Un grande impianto stilistico, unito ad una sceneggiatura impeccabile e ad interpreti (e personaggi) convincenti, fanno di The Haunting un "piccolo" manuale del terrore e per questo la sua potenza dirompente non viene scalfita dal passare degli anni.
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