Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Il Piave si vede solo in un piccolo tratto, che potrebbe anche non essere... il Piave.
Boh... a me è sembrata un'opera scolastica, scritta col pilota automatico, e con i personaggi appena appena increspati, quando non delle figure unidimensionali. Di contorno, c'è un po' di patriottismo per l'esclusione temporanea di Trieste. Quando però questo patriottismo viene coniugato con la chiamata alle armi della I Guerra Mondiale, e i suoi inutili massacri, esso lascia abbastanza perplessi.
Il pezzo da novanta Gino Cervi si adegua, forse per pagare le rate del mutuo in anni di recessione economica. Giorgio Bianchi, altrove regista discreto, qui sconta una sceneggiatura da terza media, e forse porta poca colpa per la mancata riuscita del film.
Se i dialoghi sono banali e “lisci” (con solo qualche battuta opportuna), se i personaggi non sono approfonditi, resta poco con cui fare il film. Tra l'altro fu Billy Wilder ad insegnare che da una cattiva sceneggiatura non può che uscire un brutto film.
L'ho guardato solo perché mi incuriosiva per la sua anomalia (soprattutto il fiume Piave nel titolo...). Mi pare che Carlo delle Piane appaia come comparsa.
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