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Akira

Regia di Katsuhiro Ôtomo vedi scheda film

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cazzeggiatore del millennio

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La recensione su Akira

di cazzeggiatore del millennio
10 stelle

Film pressoché perfetto, ardito piuttosto che folle.

  Tetsuo viene catturato da un’agenzia governativa per essere sottoposto a strani esperimenti, i suoi amici faranno di tutto per salvarlo, si ritroveranno tutti coinvolti in una vicenda il cui fine va oltre ogni sana concezione umana.

  Film da un certo punto di vista davvero particolare, innovativo soprattutto per l’approccio verso la categoria a cui esso stesso appartiene, quella dei film d’animazione, categoria raramente altrettanto adulta e dall’ampio respiro come in questi centoventi minuti. Innovazioni poi dirette oltre il genere influenzando un intero modo di fare cinema, da una trama schizoide ai continui pugni allo stomaco di immagini sanguinolente nel bel mezzo di un approccio che però è tipicamente vignettistico. Se visto da un altro punto di vista però ci si rende conto che in realtà è intrattenimento puro, senza sostanziali punti di raccordo le sequenze si sovrappongono assieme ai rispettivi risvolti, pellicola che va semplicemente goduta perché non sempre se una cosa accade ha una spiegazione immediata anzi il più delle volte serve ragionare, malgrado la follia generale poi, non si perde troppo tempo a spiegare o giustificare. Non basta però il ritmo serrato, anche le stesse scene d’azione sono memorabili così accurate più che veloci, sequenze ben scritte e dirette senza troppi stacchi, eleganti più che frenetiche, spettacolari prima di tutto.

  Una satira dove i politici quando fanno fatica a mettersi d’accordo si prendono a schiaffi come all’asilo e dove tra tutti primeggia la stoica figura del colonnello, forte e cinico abbastanza da risultare ridicolo quando la sua ottusità e poca lungimiranza verranno a galla. Colonnello protetto però dalle sue cavie che dopo anni di segregazione non solo si sono rassegnate ma addirittura lo riconoscono quasi come padre malgrado assomigli molto più ad un tiranno; Tetsuo a differenza di questi ultimi invece reagirà alla prigionia con quante forze avrà in corpo perché abituato a vivere, imponendosi inoltre sugli altri spietatamente incapace com’è di controllare l’effetto di tale potere, più che sul suo stesso fisico, sul proprio fragile stato mentale di eterno sottomesso.

  Una morale crudele priva di redenzione, infatti guarda caso il destino peggiore è riservato proprio alla così innocente e fragile segreta spasimante del povero Tetsuo, in generale non ci sono vere e proprie rivalse, il forte s’impone sempre sul debole mentre ai protagonisti non resta che combattere.

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