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Come l'acqua per il cioccolato

Regia di Alfonso Arau vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Come l'acqua per il cioccolato

di Utente rimosso (LGiulia)
7 stelle

Tratto dal romanzo "Dolce come il cioccolato" di Laura Esquivel, "Come l'acqua per il cioccolato" è un film drammatico/sentimentale molto particolare e veramente carino, che porta lo spettatore nel clima di tradizioni e vicessitudini passionali e familiari di un Messico a cavallo tra Ottocento e Novecento. 

Devo ammettere che Alfonso Arau, il regista, avrebbe potuto creare un piccolo capolavoro con il materiale di questo libro e anche con degli attori che sono assolutamente in parte (forse, il più statico e meno coinvolgente, seppur non sia male nella sua recitazione, è Marco Leonardi nel ruolo di Pedro). Infatti, a uno sguardo disattendo, magari deviato anche dal promo della locandina italiana, subito viene da creare una relazione fra cibo e erotismo, quasi facendo cadere il film in uno di quei filoni erotici ormai piuttosto (ab)usati e banali. Non che manchi erotismo, certo: ma l'emento chiave di questa pellicola è l'amore.

 

 

La figura principale è Tita (una bellissima e emozionante Lumi Cavazos), ultimogenita e costretta da un'assurda tradizione (io aggiungo anche meschina!) a non poter sposare l'uomo che la ama perché dovra assistere la madre fino alla morte di quest'ultima. La storia ci verrà raccontata dalla pronipote di Tita che leggerà il libro di cucina della zia, all'interno del quale vi è un diario della vita al ranch, il tutto collegato, appunto, alla cucina, luogo in cui Tita è cresciuta con la sua tata. 

Ogni piatto di Tita nasconde in sé un aneddoto, come ad esempio, le quaglie ai petali di rosa, che saranno tanto inebrianti da far accorrere un generale rivoluzionario al ranch per il solo fatto di aver sentito quell'odore commisto a quello di Gertrudis, sorella di Tita, che così troverà amore e libertà. 

Ovviamente, più complessa e ardua la vita della nostra protagonista, figlia di un adulterio, e anche per questo sempre odiata dalla madre Elena, la quale diverrà sempre più crudele, acida e insopportabile. Non solo impedirà il matrimonio della figlia, ma farà in modo che Pedro sposi la secondogenita Rosaura. Poi, vedendo che l'amore fra i due è troppo forte e indissolubile, allontanerà la neo famiglia, portando solo immensa tristezza e il conseguente stesso allontanamento di Tita, che vivrà presso il dottore che di lei si era innamorato tempo prima.

La giovane accetterà la proposta di matrimonio di quest'uomo, che io ho trovato veramente sensibile, ma non lo sposerà mai: la passione, l'amore vero, il sentimento che la lega a Pedro non le permetteranno di sposarsi con un uomo verso cui prova solo affetto.

Solo dopo il matrimonio della nipote Esperanza, lei e Pedro vivranno un attimo d'amore tanto forte da non sopravvivere a se stesso: quello stesso fenomeno che il dottore raccontava a Tita prendendo a esempio i fiammiferi.

 

 

Questo film è molto particolare, perché è un film di tradizioni; un film di passioni sopite la cui esplosione non può che originare un incendio delle anime; un film in cui il vero amore vale più di ogni altra cosa, anche della sicurezza di non sentirsi soli o in preda alla malinconia, perché ogni istante in cui si attende l'amore vero è prezioso; un film in cui il cibo si può tradurre come qualcosa che i nostri sensi possono condividere con la persona amata che non possiamo avvicinare, un pò, come se, modernamente parlando, le dedicassimo una canzone o guardassimo con lei il cielo stellato o mangiassimo la stessa cosa, anche se questa persona è lontana da noi e non ci può toccare fisicamente. Insomma, nel film si celebra l'amore e la passione, ma anche l'amore in senso lato, come l'amore fra le sorelle, l'amore fra Tita e la sua governante, l'amore fra una nipote e la zia. Un film carico di sentimenti e di metafore molto significative, ove anche lo stesso erotismo riesce a sublimarsi, a divenire un'unione di due anime. 

Come già anticipato, Lumi Cavazos, con i suoi particolarissimi lineamenti e la sua recitazione molto ricca, regge le due ore di scena con grande grazia e forza emotiva.

Dispiace che il regista Arau abbia calcato e sfruttato poco sia degli attori tanto vivaci e in parte sia una sceneggiatura così emozionante e piena di intrecci. 

 

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