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Ai confini della realtà

Regia di John Landis, Steven Spielberg, Joe Dante vedi scheda film

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La recensione su Ai confini della realtà

di mm40
4 stelle

Film a episodi. Un razzista conclamato diviene a sua volta bersaglio dei razzisti. In una casa di riposo gli anziani tornano ragazzi. Un bambino ha poteri paranormali che però causano solo problemi. Il passeggero di un volo aereo, piuttosto impressionabile, vede mostri fuori dal finestrino.



Chiariamolo subito: il legame con la mitologica serie televisiva – all'epoca chiamata più semplicemente telefilm – Ai confini della realtà (1959-1964) è sostanzialmente pretestuoso; in questo film a episodi assistiamo piuttosto allo sfoggio di differenti abilità da parte di quattro differenti narratori cinematografici, nel vago segno del thriller fantascientifico che caratterizzava per l'appunto la serie ideata da Rod Serling. Ma si tratta di quattro declinazioni del genere molto blande, che ben delineano le singole personalità degli autori: ci sono il prologo e il primo segmento, firmati da John Landis, dalla evidente chiave ironica; i toni melensi di uno Spielberg ormai interamente dedito al cinema per famiglie; le sterzate verso l'horror di Joe Dante e di George Miller. A conti fatti l'unico episodio che può rammentare davvero l'originale Twilight zone è quello di Landis, il primo; il resto è un valido esercizio di stile continuo, certo apprezzabile di per sé ma non completamente contestualizzato qui. Non basta infatti l'accenno della colonna sonora di Ai confini della realtà in chiusura, mentre parte l'indimenticabile parlato “Esiste una quinta dimensione, oltre quelle conosciute dall'uomo...”; non basta così poco a giustificare il titolo del lavoro. Tra gli interpreti: Dan Aykroyd, Scatman Crothers, John Lithgow e, in una particina-cameo, Carol Serling, vedova di Rod. 4,5/10.

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