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Dunkirk

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Dunkirk

di LAMPUR
6 stelle

 

scena

Dunkirk (2017): scena

 

E allora riecco Nolan.. con un film di guerra, genere che non amo particolarmente, in special modo quando se ne predilige l’aspetto macelleria, come col soldato Ryan..

Dunkirk da questo punto di vista indossa abiti diversi, celebra quella che tecnicamente fu una sconfitta, una ritirata biblica dal suolo francese, con i tedeschi ormai ad un passo dall’invasione di Parigi. Ci tormenta di guerra, ma una guerra che avvertiamo a pelle, nell’attesa e nei tempi accavallati, e senza corpi martoriati, senza quasi mai vederlo, un tedesco, se non come ombra incombente nelle battute finali… quindi già due punti di vista anomali per un film di guerra classico, tuttavia sembrano esaurirsi qua le novità del Nostro, stranamente, e spesso, adagiato su una convenzionalità quasi irritante, almeno per chi ne adora le iperboli e gli eccessi, come impegnato nel dover procurare emozione e consensi.

Una storia comunque Storia. Ed in questo già non affine al filone Nolan, dove gli screzi spazio-temporali sgomitano con fin troppo garbo, quasi timorosi di offendere l’angoscia degli eventi.

Il genio nolaniano appare in soggezione rispetto ai consueti voli pindarici. I tre segmenti coi quali racconta l’esodo di Dunkirk, riempiono terra, mare e cielo di piccoli grandi episodi che si sviluppano parallelamente con tempistiche diverse (rispettivamente una settimana, un giorno, un’ora), si intersecano e si evolvono quasi in pacifica convivenza, a dispetto della guerra di sottofondo, e per una volta - a dispetto della visionarietà del regista -, è la musica, spesso travagliata e incalzante, a testimoniare il miglior Nolan, a volte insistendo tra un episodio e l’altro e rendendosi autentico collante di emozioni differenti.

 

Che rimangano semplicemente memorabili alcune scene, come il primo bombardamento sulla spiaggia - di un’angustia palpabile - con quella pausa densa e silenziosa (tra sgancio ed esplosione) che ci inonda di ansia mai così lucidamente reale; o come il montaggio parallelo finale, che alterna le parole di Churchill al volo ad aliante di uno Spitfire… non può bastare.

 

Dunkirk è un gran bel film, ma non certo un capolavoro.

E' come i quattrocentomila in attesa della salvezza. Prigioniero di schemi fin troppo déjà vu.

E questo lo rende vulnerabile.

Come quei soldati sfiniti, alla mercé degli schiribizzi di un cecchino qualsiasi.

 

p.s. Non del cecchino Goffredo Fofi comunque, che spara a vanvera contro Nolan e Dunkirk senza centrare neanche minimamente il bersaglio grosso, rivelandosi miope, di parte e maldestro come pochi.

 

 

scena

Dunkirk (2017): scena

 

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