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Dunkirk

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Dunkirk

di ROTOTOM
8 stelle

La guerra di Nolan. Dunkirk è potenza sensoriale allo stato puro.

La guerra di Nolan.

La Storia.
La battaglia di Dunkerque e il disperato salvataggio di 400.000 uomini delle forze alleate isolate sulle coste della Manica, si svolse tra il 26 maggio e il 3 giugno 1940 in quella che viene considerata la prima fase della seconda guerra mondiale con la grande offensiva occidentale sferrata dalle truppe della Wehrmacht.

Una settimana durante la quale i soldati anglo-francesi, inermi ed esposti in campo aperto agli attacchi improvvisi dei nemici, furono oggetto di un miracolo chiamato operazione Dynamo: centinaia di pescherecci e imbarcazioni da diporto private giunsero dalla sponda inglese per traghettare i militari in salvo.

scena

Dunkirk (2017): scena

 

 

Dunkirk, scritto e diretto da Christopher Nolan, di natali inglesi, è un film di guerra ma non sulla guerra. L’episodio della seconda guerra mondiale è il pretesto per montare un sontuoso film dall’anima thriller grazie alla maestosità produttiva della quale il regista si è avvalso.
E’ stata utilizzata poca computer grafica, aerei e mezzi navali veri, comparse in carne e ossa e la ripresa in 70 mm Imax, un formato ad altissima risoluzione per imprimere ogni fotone della sua storia su pellicola. Qualcosa che solo al cinema, e in un cinema attrezzato si può apprezzare appieno in barba alle visioni su tablet, TV o Pc che rappresentano l’alternativa sacrificata alla visione in sala.
Se Dunkirk è il palco della storia, poco nota a dire il vero in Italia ma vanto leggendario in Inghilterra, quello che rende il film memorabile è il prodigio sensoriale che Nolan scarica sullo spettatore.
Da sempre interessato alla meccanica del tempo che regola la vita dei suoi personaggi, il film si scompone in tre linee temporali distinte, coincidenti in un unico istante a fine film. Una settimana per le operazioni a terra, un giorno per la storia di mare e un’ora per la battaglia aerea, magnifica espressione visiva della relatività del tempo e della sua dilatazione- compressione ritmica in un montaggio che come gli invisibili nemici degli sparuti soldati ammassati sulle spiagge, non lascia scampo.
Proprio perché Dunkirk non è un film sulla guerra ma un film di guerra, i nemici sono invisibili, Nolan non offre mai il controcampo malvagio al terrore dei fuggiaschi sulle navi, alle vittime dei bombardamenti, alle improvvise accelerazioni belliche. La percezione del nemico è affidata ai rombi dei motori, ai fischi delle bombe, allo sciabordio dei siluri, al clangore degli otturatori dei fucili dei cecchini nella scena mozzafiato iniziale. Il nemico è un’entità astratta che alberga nella mente dei soldati inglesi, qualcosa di atavico e innominabile che uccide senza essere visto e che scandisce ogni secondo di esistenza degli uomini in attesa che il loro destino si compia.

scena

Dunkirk (2017): scena


Proprio perché Dunkirk non è un film sulla guerra e quindi fuori da qualsiasi ideologia, Nolan non empatizza mai con i suoi protagonisti, non offre loro battute memorabili o scene di enfatico eroismo, piuttosto li rinchiude in gabbie, abitacoli, li confonde con la massa annichilendo anche la presenza scenica di attori come Tom Hardy, aviatore sempre con la maschera sul volto.
Non c’è nessuna retorica e nessuna scesa in campo morale, freddo analizzatore dei fatti, il regista riduce i dialoghi in poche righe e lascia lavorare la bellezza delle immagini, loro sì portatrici dell’unico sentimento che Nolan, mai come in questo film in pieno controllo della materia filmica, vuole somministrare: la tensione. Il tempo che scade come in un perverso gioco a premi dove il jackpot finale è rimanere in vita, gli elementi si fondono in una cerniera temporale che una volta chiusa non potrà più portare salvezza. Acqua, terra, fuoco e aria sono gli elementi primordiali che risaltano in questa storia prosciugata di sovrastrutture sociopolitiche e restituita nella sua disperata essenza.

L’opera così svuotata di ogni sottotesto diventa un’esperienza prima di tutto sensoriale e astratta, iperbole del linguaggio cinematografico utilizzato per produrre una sorta di iperrealtà emotiva. La propensione spettacolare del cinema di Christopher Nolan in Dunkirk è elevata a status autoriale, un film straordinario per messa in scena, annichilente dal punto di vista tecnico e con un lavoro sul sonoro che rimane impresso per giorni anche dopo la visione. E’ qualcosa che forse rappresenta un punto d’inizio per la fruizione del cinema del futuro in sala: un’esperienza che non può essere replicata su alcun tipo di supporto.

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