Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Cronaca avvincente seppur dolorosissima di una sconfitta annunciata. Abel Ferrara al suo meglio, idem per uno straordinario Harvey Keitel.
Nel quantitativamente ricco universo cinematografico italiano degli anni '70/'80 quei registi che fallivano nel cinema più nobile passavano a fare cinema di genere, quelli che fallivano anche qui retrocedevano nel mondo del porno. Negli USA, Abel Ferrara tale passaggio lo ha compiuto invece a senso invertito. Partito cioè dal mondo dell'hardocore è riuscito in due decenni a passare prima ai B-Movies d'azione, quindi al Cinema con la C maiuscola. “Il cattivo tenente” è insieme a “Fratelli” la sua opera migliore, cronaca avvincente ma dolorosissima di una sconfitta annunciata. La storia di una caduta libera che si consuma nel breve volgere di un play-off del campionato di baseball e che troverà il suo epilogo in una scena straziante alla stazione degli autobus di New York. Immenso Harvey Keitel, al centro dello scenario praticamente per l'intera durata del film. Atrocemente dolorosi alcuni dettagli, come quello in cui il tenente tira di coca usando la foto dei suoi figli come base. Da vedere.
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