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Il cattivo tenente

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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La recensione su Il cattivo tenente

di bradipo68
8 stelle

Perversione e pentimento in un viaggio senza ritorno.Il corpo di Harvey Keitel usato come strumento di immoralità,un simbolo di annichilmento senza ambiguità,una perversione talmente protratta e insistita che in certi casi diventa caricatura o meglio diventa espressione di bestialità in un essere che di umano ormai ha poco o nulla.Non è un progressivo decadimento fisico e morale che caratterizza questo film,non è un inferno metropolitano che quasi penetra per osmosi nel suo protagonista.Noi già conosciamo questo funzionario di polizia senza nome che fa uso criminoso del suo distintivo,che scommette sulle finali di baseball incurante dei rischi,che sottrae denaro,che sottrae droga(anche con esiti comici quando la busta con qualche etto di droga gli scivola da sotto la giacca) quando non la sniffa,già lo conosciamo ben incamminato verso l'autodistruzione.Le attività normali di un qualsiasi padre di famiglia sono per lui un assurda costrizione.Un essere abietto inserito perfettamente nel suo mondo corrotto e apparentemete senza speranza.Stilisticamente il film può ricordare il primo Scorsese,quelle delle Mean Streets,descrivendo quasi con gli stessi termini lo squallore dei bassifondi della metropoli.Ma se in Scorsese il rapporto con la religione poteva essere una chiave per riuscire ad avere una speranza in Ferrara la speranza non passa attraverso i valori religiosi.Il protagonista non è sfiorato assolutamente da uan crisi mistica,anzi qui siamo ai limiti della blasfemia.Qui si vede un Cristo coloratissimo e muto,quasi ferito come un San Sebastiano che assiste impietrito nel corridoio della chiesa a tutte le domande che il cattivo tenente gli pone.Il quale non è per nulla sorpreso o colpito da omicidi,stupri o traffici di droga.E'però sconvolto dal perdono che la suora violentata riserva ai suoi violentatori.Non fa parte della sua filosofia di vita,non riesce a capire perchè la giovane suora perdona.Lui abituato a una selvaggia legge del taglione che risponde a principi di azione e reazione è per la prima volta letteramente pervaso dal dubbio che esista anche il perdono umano.Non capisce ma si adegua e aspetta di pagare il fio di tutte le sue azioni.A me non piace molto cinema di Ferrara ma di fronte a questo film non si può restare indifferenti:un film irrisolto,sicuramente imperfetto ma che trae forza da questa sua sbandierata volontà di infrangere il lessico cinematografico.E senza la stupefacente prova di Keitel,straordinario interprete di corruzione fisica e morale sarebbe ben poca cosa,sarebbe solo una prva di forza compiaciuta ma senza costrutto.Un Keitel che depone tutto il narcisismo del grande attore e mette a disposizione del regista tutta la sua provocatoria imperfezione,simbolo di abiezione che stavolta colpisce nel segno al di là delle logiche hollywoodiane che regolano parecchio cinema di genere.

Su Anthony Ruggiero

non male

Su Zoe Lund

vecchia conoscenza in una piccola parte

Su Frankie Thorn

non male

Su Harvey Keitel

stupefacente per come mette a disposizione il suo corpo alla causa dell'artista.

Su Abel Ferrara

film imperfetto,forse anche compiaciuto ma visivamente quasi doloroso

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