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Il giorno della locusta

Regia di John Schlesinger vedi scheda film

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La recensione su Il giorno della locusta

di uccio
8 stelle

Guardando Il giorno della locusta mi è subito balzato all'occhio una specie di filo conduttore tra questa pellicola e Un uomo da marciapiede, altro bellissimo film di Schlesinger.

La distruzione del sogno, quello americano se vogliamo, ma non solo e non necessariamente. La pura e semplice distruzione di un sogno, probabilmente ingenuo come quello di Joe Buck del marciapiede di cui sopra, ma che quando va in frantumi fa male e lascia il segno.

Schlesinger non ammanta i suoi film d'ottimismo e forse non è conosciuto dal grande pubblico per quello che meriterebbe (suo anche Il maratoneta con Dustin Hoffman). Non sono film immediati e facilmente digeribili i suoi ma sono sicuramente opere dense di contenuto a livello psicologico e concettuale. In questa pellicola la sensazione è più della storia, la trama un veicolo e non un fine.

E' la distruzione, l'ingenuità del sogno che si trasforma nell'orrore dell'incubo. E non rimane più nulla se non la solitudine.

Il sogno di Joe Buck di lasciare il paesello per trovare una vita migliore nella metropoli (New York) in Un uomo da marciapiede, si trasforma qui in illusione collettiva, nel miraggio offerto dalla mecca del cinema, Hollywood(land), Los Angeles.

Fay Greener (Karen Black) è un'attricetta con pochi contatti e scarse doti in cerca di gloria, piacente a suo modo, capace d'esser scontrosa e sensuale. Nello stesso complesso abitativo dove lei risiede arriva il disegnatore Tod (William Atherton) che cerca un posto al sole tra le maestranze di una casa cinematografica e si invaghisce di Fay. La stessa vive con il padre Harry (Burgess Meredit) in cerca di un riscatto per un passato ormai lontano. La ragazza fa perdere la testa anche a un grandissimo Donald Sutherland che interpreta il socialmente disadattato Homer Simpson.

Ognuno di questi personaggi ha un sogno e un destino. Il sogno cambia, il destino è comune.

Disillusione? Solitudine? A qualcuno andrà anche peggio.

Il cast è assolutamente all'altezza e pieno di nomi poco noti con volti riconoscibili. A parte l'indiscutibile Sutherland (padre, precisiamo), anche Atherton è un volto noto (Ghostbusters, i primi due Die Hard). Nel cast anche comprimari come il maggiordomo di Magnum P.I., Matthew Carrington della soap Dinasty e una grandissima prova di Burgess Meredit, niente meno che il Pinguino nel serial di Batman degli anni '60.

L'incedere del film è lento, il puzzle si forma un tassello alla volta fino a comporre in maniera disordinata la bellissima sequenza finale. E' uno di quei film non così facili da digerire a un primo impatto che però lasciano il segno. E magari poi scavano.

Dal mio blog: http://lafirmacangiante.blogspot.it/

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