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La cosa

Regia di John Carpenter vedi scheda film

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La recensione su La cosa

di maso
10 stelle

La cosa migliore di John Carpenter? 

Per molti si, me compreso ed anche per lo stesso Carpenter, ancora a dimostrazione che spesso è proprio il figlio bastardo di un regista ad appagarlo in pieno, il film che ha incassato poco perché mal digerito dal pubblico denota i sintomi dell'innovazione ed ha bisogno di tutto il sostegno possibile da parte del suo autore, il tempo gli ha dato ragione e stranamente gli giova: forse perché la ricchezza plastica e l’umanità disumana delle riprese colme di effetti speciali artigianali di grande effetto fanno impallidire molte creature di cartapesta computerizzata così ben definite da risultare inevitabilmente finte mentre il lavoro estenuante di Rob Bottin sfociato in ragni umanoidi telecomandati e mostruosità raccapriccianti ricoperte di muco è ovviamente finto ma talmente curato da generare un brivido vero ancora oggi vibrante, le imitazioni della Cosa nell’arco del film sono efficacissime e non si dimenticano, Carpenter le infarcisce di interiora andate a male per suscitare le espressioni disgustate dei suoi attori che sono un gruppetto affiatatissimo tutto al maschile senza passato e senza famiglia, non ci viene fornito nessun dato sulla loro vita sentimentale, sulla loro squadra di football o la loro marca di jeans preferiti, sono soli con loro stessi rinchiusi nelle quattro mura della base artica di ricerca circondata da più di venti gradi sotto lo 0 alle prese con una entità aliena capace di insinuarsi nell’organismo come il virus dell’AIDS e semplicemente partendo da una goccia di sangue riprodurlo in maniera totalmente coincidente, con questi presupposti si genera fin dalle prime immagini un vuoto fra gli esseri viventi che girano nella bobina: la prima sequenza mostra un elicottero con un norvegese armato di fucile che insegue un aski lungo le lande innevate del territorio antartico, l’animale giunto alla base americana si mescola fra i suoi ospitanti che vengono assaliti dall’uomo sceso dall’elicottero in preda al panico, il cane non è ciò che sembra e se in un primo momento l’uccisione del norvegese ci sembrava un atto dovuto capiremo che il suo agire era sensato perché la Cosa è appena entrata in azione mescolandosi con degli organismi potenziali per essere imitati; gli americani confinati nella base sono per lo più scienziati, c’è un dottore, l’elicotterista, il cuoco e un bel campionario di caratteristi li vitalizza alla grande come il veterano Wilford Brimley che perde il controllo perché per primo capisce la pericolosità della situazione cioè che la Cosa potrebbe estinguere l’intera popolazione terrestre o Richard Masur nel ruolo di Clark l’addetto ai cani, il primo a ravvisare che un qualcosa si sta trasformando nella loro tana, la mutazione del cane fuggito dalla base norvegese mette la quinta al film perché oltre a rivelare ai personaggi come stanno le cose è una sequenza spettacolare entrata ufficialmente nella storia di questo genere di cinema dato che la creatura si trasforma sotto i nostri occhi in qualcosa di indefinibile, un miscuglio di esseri imprecisati come un ragno o un cane o anche un fiore e l’effetto mescolato al montaggio la fa apparire mostruosamente credibile, per eliminarla l’unica arma è il lanciafiamme e su questo particolare bisogna applaudire ancora una volta gli stuntman e la troupe in generale perché molte scene lo vedranno entrare in funzione e girare con il fuoco aperto non è per niente facile; dalla comparsa della Cosa è un crescendo di tensione incontrollabile, tutti dubitano di tutti ma la trama ci fornisce un personaggio in cui credere, il duro McReady interpretato da un concentratissimo Kurt Russell che sembra Mesner con barba folta e lunghi capelli, è l’unico capace di ragionare anche nel panico più diffuso e organizzare il piano più logico per sconfiggere la Cosa ma lo script riserva mille sorprese e lascia in sospeso molte supposizioni finanche di credere che McReady sia la Cosa.

Carpenter gira una serie di sequenze memorabili come l’ispezione della base norvegese in cui il rinvenimento di una duplicazione congelata spinge la paura fino a quella spiazzante del defibrillatore in cui dovette utilizzare un uomo privo degli arti superiori per doppiare Richard Dysart, la trasformazione della cosa in questo frangente fa davvero ribrezzo tanto da essere privata di moltissimi frames giudicati troppo forti per i passaggi in televisione, consiglio vivamente la versione in DVD del 2003 completissima di tutto anche nella celeberrima sequenza del test del sangue dei cadaveri e dei superstiti per suscitare una reazione che possa far uscire allo scoperto la Cosa è chiarire chi è già stato duplicato dal parassita venuto dallo spazio, questa lunga e spettacolare sequenza in cui la tensione brucia l’aria è la preferita di Carpenter tanto che l’intero film è stato costruito intorno ad essa.

Il finale è apertissimo e lascia tanta incertezza al pubblico ma i più attenti hanno rilevato dei particolari che potrebbero far tirare delle conclusioni infondate, non vorrei dire troppo per chi non ha visto il film ma fra i superstiti alla fine ce n’è uno che non nebulizza l’aria respirando e per molti fans è una imitazione della Cosa ma una teoria contrasta con questa poiché è chiaro che la creatura aliena duplica solo gli organismi e questo stesso personaggio indossa un qualcosa di non riproducibile, io non avvallo nessuna delle due associandomi a Carpenter che ha voluto lasciare il tutto in sospeso e porci nella condizione dei personaggi costretti a dubitare delle apparenze durante tutta la storia, come a dire che la Cosa potrebbe davvero aver raggiunto le comunità più vaste della terra duplicando anche l’amico che ti siede accanto al cinema o la donna che ti sta a fianco sul divano di casa o anche…..Ggghhhoooaaarrrrrrrrrrrrrrr.

La colonna sonora

Morricone in chiave horror è una chicca imperdibile ed il suo contributo favorisce la suspance non poco anche nei titoli di coda in stile di William Friedkin con lo sfondo rigorosamente nero in cui compaiono uno per uno gli interpreti e i personaggi in caratteri grandi.

Cosa cambierei

Assolutamente nulla: è un cult perfettamente riuscito.

John Carpenter

Regia stupenda con un uso magistrale delle luci, delle ombre delle lenti bifocali come nella scena in cui MeReady è sullo sfondo del laboratorio e discute su come affrontare la Cosa con Fuks subito davanti la telecamera ed entrambi sono perfettamente a fuoco, maestro insuperbile in questo genere Carpenter.

Kurt Russell

Bravissimo in un ruolo su misura per lui con cui riesce a inculcare nello spettatore la fiducia nel seguire la sua logica fino a potersi facilmente immedesimare.

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