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Voglia di ricominciare

Regia di Michael Caton-Jones vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Voglia di ricominciare

di cherubino
8 stelle

Un film che consiglio, non solo se avevate sedici anni negli utimi anni cinquanta. Una storia vera il cui lieto fine si coglie del tutto solo leggendo anche le scritte finali dopo il "The End". I grandi attori sono tre: due assai famosi, De Niro e un giovanissimo Di Caprio. E poi Ellen Barkin, meno nota ma una mia beniamina, non meno brava.

 

 

Robert De Niro, Ellen Barkin

Voglia di ricominciare (1993): Robert De Niro, Ellen Barkin

 

VOGLIA DI RICOMINCIARE (1993)

 

La gran fama di De Niro (qui, ho poi scoperto, in una parte antipaticissima) non era per me un motivo di particolare attrazione, un tantino mi incuriosiva vedere Di Caprio diciottenne ad inizio carriera (anche se temevo avesse un ruolo marginale ed invece è centrale) ma quel che mi ha fatto decidere ieri sera per questo film è stata la presenza di Ellen Barkin.

Ricordo bene infatti quel che pensai e scrissi quattro anni fa della sua interpretazione, al fianco di Al Pacino, del thriller "Seduzione pericolosa" (1989): "...col suo viso irregolare e il suo nasetto da pugile, ma grandi doti di attrice, sforna un sex appeal memorabile  senza bisogno di esposizioni e mezzucci alla "Basic Instinct"...".

Aveva 34 anni quando girò quel bel film, qui ne ha qualcuno di più e non deve sfornarlo, dev'essere credibile come madre di un sedicenne, in difficoltà lei come lui, deve solo essere attraente - e lo è - quel tanto che basti, dopo un matrimonio fallito, per trovare un compagno di vita tale da assicurare ad entrambi una situazione stabile e abbastanza serena dopo qualche altra esperienza negativa.

È abituata a trasferimenti anche repentini da una città all'altra, anche a causa del ragazzo (uno dei suoi due figli, l'altro non si vede mai, il maggiore, così come l'ex marito col quale rimase quando divorziarono) i cui problemi esistenziali, in questa situazione difficile, si palesano soprattutto negli ambienti scolastici. L'irrequietezza interiore, l'insoddisfazione profonda, spiegano la sua tendenza a frequentare i compagni più trasgressivi e anche quella a dir bugie, tipica di molti adolescenti.

Ma il rapporto tra madre e figlio è buono, lui le promette con convinzione spesso di "fare il bravo" e quando lei decide che è ora di trasferirsi non oppone resistenza, è d'accordo.

Io stesso nel vedere la prima parte del film penso che soprattutto a Leonardo manchi un buon sostituto del padre a fianco di Ellen; e lei stessa sembra pensarlo, quando fa conoscere De Niro al figlio e tutto sommato apprezza il rapporto che si crea tra i due. Senonchè... c'è una seconda parte del film nella quale emergerà che la "concretezza" di quello che diventerà il secondo marito di Ellen (non a caso si chiama Concrete la città di lui in cui vanno ad abitare) non sarà - come inizialmente sembra - utile per "raddrizzare" il ragazzo bensì apparenza, a nascondere suoi difetti incorreggibili e gravissimi, patologici direi - "qui è casa mia e comando io, faccio quello che voglio" - dove il termine "casa" comprende tutte le persone della famiglia.

Ellen si accorgerà di ciò già nel letto matrimoniale la prima notte, come accade allo spettatore? Forse, ma è tanta la voglia di non dover di nuovo "ricominciare" che passeranno ancora due/tre anni tutti insieme, anni di sofferenza per Leonardo, peggiori dei precedenti. Alla fine, prima che accada l'irreparabile, verrà il momento in cui (quando il figlio, ormai diciannovenne, con delle irregolarità sarà riuscito ad ottenere di poter andare a studiare altrove) lei e lui se ne fuggiranno ancora una volta via di corsa - questa volta verso città diverse - perchè il film finisce ma di nuovo bisogna "ricominciare".

 

A me questo film è piaciuto molto (e anche a mia moglie, debbo dire) e non solo per la bravura degli attori, proprio la storia.

Qualche pensiero che mi è venuto:

• un fatto "strano" è che non c'è alcun rapporto sentimentale o almeno affettuoso del ragazzo con coetanee: a quell'età sono convinto che questa situazione possa essere significativamente deleteria;

• non ne ho accennato ma nel film è ben tratteggiato il rapporto di amicizia che si crea fra Leonardo e un compagno di scuola, come si diceva a quei tempi, "dell'altra sponda": molto delicato, carino;

• nella realtà queste esperienze dure del ragazzo lo hanno danneggiato gravemente o no, o paradossalmente gli hanno giovato? non lo so, però è un fatto che il film (THIS BOY'S LIFE) viene da una storia vera: è tratto dalla biografia di uno scrittore, credo pittosto noto;

• è possibile che a me il film sia particolarmente piaciuto perchè pure io - in effetti nel '58, un anno dopo - avevo sedici anni e, come nel film, "Magic Moments" di Perry Como era la canzone che imperversava in quelle mie ultime vacanze estive coi miei genitori, in montagna a Sestola; e però anche le prime in cui sbocciò un mio amore estivo con una coetanea: quel che mancò a Leonardo.

 

Ho fatto le cinque e vado a dormire.

 

Un saluto da

cherubino,

19 dicembre 2019

 

 

 

 

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