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C'era una volta il West

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su C'era una volta il West

di laulilla
10 stelle

Grande capolavoro di Sergio Leone, questo anomalo western nacque da un soggetto ideato da lui stesso insieme a Bernardo Bertolucci e Dario Argento. Sergio Leone, insieme a Sergio Donati ne fu lo sceneggiatore. La pellicola uscì nel 1968 seguito dalla perplessità di molti critici.

 

 

Di che cosa parla il film:

 

Alla fine dell’800, al tempo delle locomotive a vapore, un irlandese un po’ matto e un po’ bizzarro, Brett McBain (Frank Wolff), aveva acquistato un piccolo appezzamento in un’arida landa del West non lontano da Flagstone – il luogo è immaginario – e l’aveva chiamato Sweetwater.

Il suo intento era di sfruttare la vena d’acqua sotterranea che percorreva l’intera vallata, quella che aveva fatto di Morton (Gabriele Ferzetti) il monopolista delle ferrovie che da Est avrebbero raggiunto l’Oceano Pacifico, il lontano West.


A Morton – invalido e costretto a procedere lentamente nel suo progetto, ma deciso a mantenerne il monopolio – erano arrivate voci sull’acquisto “incauto (?)” di Brett McBain. Volendo impedirlo gli aveva inviato Frank (Henry Fonda), uomo rude e brutale : l’imtimidazione – ne era certo – lo avrebbe indotto a rinunciare a quell’appezzamento.
Frank – sprezzante e gelido nella sua ferocia – aveva ucciso McBain e i figli del suo primo matrimonio, dissemimando false prove per incriminare della strage il fuorilegge evaso Cheyenne (Jason Robards), liberando Morton da ogni possibile concorrente.


Né Morton, né i suoi banditi, però, avevano previsto l’arrivo della bellissima Jll McBrain (Claudia Cardinale), ex prostituta di New Orleans, che Brett aveva sposato un mese prima, e che ora, perciò, diventava la nuova legittima proprietaria del terreno, ben decisa a rispettare la volontà del marito defunto, ovvero a far sorgere attorno alla stazione di Sweetwater un importante centro abitato. Dalla sua parte – ma lei non lo sa e lo scoprirà alla fine – sono Cheyenne e il personaggio misterioso di Armonica (Charles Bronson), arrivato a Sweetwater per vendicare l’oltraggio doloroso che Frank, molti anni prima l’aveva costretto a subire.

 

L’ultimo grande western di Sergio Leone è la malinconica e poetica rappresentazione di un’epoca al tramonto.
Il regista, come sappiamo, ne era consapevole: la miriade di citazioni dallo sterminato repertorio  dei “western”precedenti, mostra la coscienza che quegli eroi e quegli epici racconti richiedono nuove narrazioni, modelli diversi, altri schemi, altri tempi cinematografici, magari i 175 minuti di bellissimo cinema, lento quanto occorre affinché i personaggi mostrino la loro realtà umana, accompagnati dal fluire lento o concitato della musica di Ennio Morricone, che conferisce al racconto l’aura favolistica dei sogni e dei miti che non ci abbandonanano.


La bella fotografia di Tonino Delli Colli è suggestiva negli scenari deserti e roventi dell’Almeria, così come nel paesaggio orograficamente più movimentato della Monument Valley.

Lì Jll, fiera e bellissima, con umanità segue il lavoro di migliaia di uomini veri, non cowboy ma tecnici, operai, migranti che, assecondando il sogno di Brett McBain, faranno sorgere nel desolato West la “nuova frontiera” della nazione americana.

 

 

Il bellissimo film è disponibile gratuitamente su RaiPlay per qualche giorno ancora.

Visibile in ogni caso su altre piattaforme.

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