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Priscilla, la regina del deserto

Regia di Stephan Elliott vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Priscilla, la regina del deserto

di Fanny Sally
7 stelle

Mitzi e Felicia, due drag queen di discreto successo, coinvolgono la vecchia amica Bernadette, appena rimasta vedova, in un viaggio attraverso il deserto australiano a bordo di un malandato torpedone ribattezzato Priscilla, per raggiungere Alice Springs dove si esibiranno insieme in un rinomato locale, gestito dalla ex moglie di Mitzi. Durante il lungo cammino si scontrano con i pregiudizi della gente e con i propri tormenti.

 

Credevo fosse una commedia musicale, ma, in effetti, i pezzi cantati direttamente dagli attori in questa pellicola oramai cult, sono soltanto tre, mentre gran parte della storia ruota attorno a tematiche di spessore quali l’identità sessuale, la discriminazione e la paternità, affrontante con un misto di ironia e dramma che da alla narrazione un sapore agrodolce, in alcuni momenti anche volutamente dissonante e provocatorio.

Trascinanti i tre attori protagonisti, Hugo Weaving cui tocca il personaggio più sfaccettato, Terence Stamp che interpreta con grande eleganza un transessuale amareggiato, e Guy Pearce nei panni (pochi) del più scatenato e irriverente del trio.

Sebbene spettacolo e impegno non risultino del tutto ben amalgamati e ci siano delle situazioni che appaiono un po’ troppo sbrigative nella loro risoluzione, in particolare il discorso sulla conciliabilità di paternità e omosessualità, o il problema della paura dell’AIDS, appena accennato, la visione si lascia apprezzare per la buona sceneggiatura soprattutto in scrittura di dialoghi, salaci e frizzanti, il pregevole lavoro di costumisti, truccatori e attori, e l’affascinante e insolita ambientazione nella misconosciuta terra australe, che con le sue diverse sfumature e culture diviene quasi coprotagonista.

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