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40.000 dollari per non morire

Regia di Karel Reisz vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su 40.000 dollari per non morire

di alan smithee
9 stelle
Axel Freed è un professore di inglese delle scuole superiori di New York, noto ed apprezzato per il suo modo coinvolgente ed anticonvenzionale di presentare la materia di studio alle proprie classi sveglie e stimolanti, ma non prive di elementi decisamente sopra le righe che è necessario saper affrontare di petto, ma con il disincanto di chi racconta qualcosa che esuli dalla mera teoria.
Nella vita privata, Axel è decisamente meno virtuoso, imbrigliato come si ritrova nel giro delle scommesse e del gioco d'azzardo, che lo portano in poco tempo a pregiudicare la propria già precaria situazione finanziaria, con l'accumulo di un debito di 44 mila dollari, che l'uomo deve alla persona che si è offerta di garantirlo alla bisca della propria disfatta.
L'aiuto della reticente madre dottoressa non basta, mentre il ricco nonno gli rifiuta categoricamente l'appoggio sperato. Con una piccola somma Axel si reca a Las Vegas con la sua bella fidanzata, alla ricerca di nuova fortuna, che all'inizio ritrova, ma che poi sciupa per l'incapacità irrimediabile di fermarsi prima dell'abisso.
Non gli resterà, per salvarsi economicamente e fisicamente, che accettare di proporre ad uno dei suoi studenti più ribelli, asso del basket, di truccare una partita, lungo un pre-finale al cardiopalma che conduce al finle senza speranza (ma magnifico), in cui il nostro uomo capisce che per smettere di penare, deve farsi punire in maniera definitiva.
Dalla penna allora agli esordi di James Toback, il gran regista spesso troppo dimenticato se non sottostimato, Karel Reisz, cecoslovacco naturalizzato inglese nonché padre del Free Cinema assieme a Lindsay Anderson e Tony Richardson, firma un altro tassello della magnifica, seppur contenuta in termini numerici, sua carriera di regista versatile, con una certa predilezione per le atmosfere noir, che qui in questo magnifico film prendono carattere in forma mirabile, segnando i dettagli di una discesa all'inferno della dipendenza, che si colora di un noir tetro di luoghi e stati mentali alterati dal vizio.

Per James Caan, in gran forma anche fisicamente, The gambler (questo il titolo originale che lascia riflettere, purtroppo da noi mutato nel didascalico di cui sopra) rappresenta uno dei punti cardine della sua mirabile carriera di interprete di punta. Lo affiancano la sempre incantevole ex top model Lauren Hutton, ed un gruppo di ceffi italici straordinari come Paul Sorvino e Burt Young.
Davvero un film memorabile, come molti altri tra i nove diretti da Reisz nella sua ultra trentennale carriera.
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