Regia di Todd Haynes vedi scheda film
Due bambini, una femmina e un maschio, con un pregresso affine (orfanezza precoce e sordità) ma in due epoche diverse (anni '30 e anni '70) fuggendo verso New York alla ricerca del loro passato, troveranno un futuro che li unirà.
Il nuovo lavoro di Todd Haynes è un'opera ottimamente scritta, con numerosi spunti che operano su più livelli, costruzioni a scatole cinesi che saltano temporalmente avanti e indietro e intuizioni geniali (come quella per cui i film, con l'avvento del sonoro e quindi privati delle didascalie, diventino di fatto muti per la protagonista sorda). Peccato però che la realizzazione stilisticamente differenziata (bianco e nero per gli anni '30, colori virati verso il giallo per gli anni '70) questa volta non riesca ad amalgamare magicamente il tutto, rendendo lo sviluppo pesante e poco fluido.
Il film si riscatta nel finale dove diventa protagonista un gigantesco plastico di New York (realmente esistente e conservato all'interno del Queens Museum) all'interno del quale la narrazione arriva a svilupparsi su tre livelli (quello dei protagonisti riuniti nel museo, quello del racconto sviluppato tra i modellini con la tecnica dello stop motion in pieno stile Gondry e quello dei ricordi che sotto questi modellini sono celati) e finalmente riesce a mostrare anche su schermo la magia precedentemente presente solo sulla carta.
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