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A casa nostra

Regia di Lucas Belvaux vedi scheda film

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La recensione su A casa nostra

di logos
4 stelle

Belvaux: recensito a 2 stelle per "Sarà il mio tipo";  mi ritrovo ora con questo film, e come con con l'altro, con alte aspettative, ne resto ancora una volta deluso. Sarà che di cinema non ci azzecco proprio.

 

Abbozzo di trama

La brava infermiera votata interamente all'impegno professionale per i suoi pazienti, al punto da essere apprezzata da tutta la comunità, viene invitata a cena dal medico che cura il padre di lei per proporle di candidarsi a sindac(a). E' una proposta assurda, tanto più che l'infermiera Pauline non si interessa affatto di politica e preferisce dedicarsi anima e corpo ai propri interventi a domicilio (come potersi dimenticare "La ragazza senza nome" dei Dardenne). Fin qui, il film mi piace.

 Ma il medico la esorta a lasciare un segno affinché la vita sociale dell'intera Francia possa finalmente essere libera, sicura, protetta, e libera di essere francese. Pauline dopo qualche perplessità inizia a vedere il mondo con un'altra sensibilità: è vero, dicono i suoi occhi, c'è qualcosa che non va... si confronta poi con una sua amica sposata con un uomo di fede islamica la quale le dice che intanto non va più d'accordo con suo marito e che poi ci vuole un volto nuovo per cambiare e ripulire la nazione. Il gioco è fatto, Pauline accetta di entrare nel partio di destra, conosce la leader che l'appoggia in tutto e  per tutto. Solo che c'è qualche intoppo, e che intoppo: Pauline è figlia di un ex sindacalista comunista, ma soprattutto è in relazione con un occulto neonazista (lei non lo sa), che faceva il lavoro sporco (atti eversivi e razzisti) a favore del partito, il quale però ora vuole disfarsi dei tipi come lui per darsi un'apparenza più liberale, anche se rimane liberticida (lei ancora non lo sa). La trama poi si dilunga sui meccanismi disfunzionali, eversivi e predatori della destra, con i suoi scheletri negli armadi e opportunismi (non male). Si dilunga sul rapporto amoroso tra Pauline e il neonazista. Di per sè il film ha molti assi nella manica. Una critica spietate al front national, ai sotterfugi e gli strumentalismi che lo caratterizzano, ma anche il razzismo e la violenza di contorno, in una cittadina del Nord di Francia, confinante con il belgio, tutta casa e chiesa pronta ad esplodere contro gli stranieri. E' un'area quella tra Francia e Belgio che ha avuto una tradizione militante di sinistra ma che ora sta virando verso l'estrema destra. E questo è un altro asso, perchè Belvaux qui è davvero bravo a delinare i conflitti sociali sotterranei, che possono esplodere da un momento all'altro, perchè in realtà covano da lungo tempo. Solo su questo, accidenti, gli avrei dato 3 stelle e mezzo, un bel 7.

 

Ma come nell'altro film, Belvaux non arriva a centrare il bersaglio. Addirittura ho letto da più parti che l'ha centrato fin troppo, facendo un film addirittura ideologico. Sarà, ma purtroppo ho percepito un sotto-testo spiacevole...

 

Sottotesto

Troppe cose scentrate, sbilanciate, abboracciate.

Tutto il rapporto amoroso con il prendi, molla e prendi alla fine diventa un tormentone.

Il turbamento della coscienza nel neonazista, la sua ambivalenza e lacerazione tra il prendere a botte i migranti e lo stare con Pauline per ricrearsi una Famiglia, quanto può valere? nella sua testolina forse neache un secondo se Patria e Famiglia coincidono.

E i migranti, quelli islamici? come ne escono fuori? come delle vittime? Siamo sicuri? Chi è che per primo sferra violenza cercando di rompere l'auto di Paoline? dei ragazzi islamici. Chi è che in una scena sferra un duro colpo in faccia alla molgie e sta per picchiare il figlio? Un uomo islamico. Per me, in un film, tutto è intenzionale, e non si può minimizzare, perchè la Rappresentazione di un senso o di un non senso, essendo Rappresentazione, è pur sempre intenzionale... Capitano le sviste, ma in un'intera scena è davvero difficile... 

E il padre sindacalista? come ne esce la Sinistra? Ne esce come viene rappresentata dalla figura del padre: logora, stanca, prossima alla morte, incapace di dare una svolta, autoreferenziale, chiusa in se stessa.

La gente semplice come Pauline? come ne esce? fa la sua bella figura, con dignità. 

Alla fine ti ritrovi con un film a favore della benedetta società civile, la santissima società civile, a cui non può fregare niente della politica, che sia di destra o di sinistra. Ma il disinteresse politico è pur sempre politico, comunque verso destra.

Come ne esce il front national?

Il front national ha poco da boicottare un film del genere, anzi  dovrebbe quasi farne le lodi, proprio perchè mancando il bersaglio, alla fine, non ha scomodato nessuno...

Mi spiace, perchè Belvaux è un grande regista, e questo film poteva davvero essere grandioso, e invece mi si è rivelato come un'occasione mancata... 

 

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