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Koyaanisqatsi

Regia di Godfrey Reggio vedi scheda film

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La recensione su Koyaanisqatsi

di OGM
8 stelle

Il cinema ipnotico di Godfrey Reggio si apre questa volta sullo spettacolo di un pianeta senza (più) uomini, che rappresenta l'alfa e l'omega della Creazione, e nel quale i protagonisti assoluti sono la terra, l'aria, e l'acqua. Al loro tumultuoso movimento subentrano, ad un tratto, le simmetriche geometrie della tecnologia e della civilizzazione, in cui l'energia sottratta agli elementi viene ordinatamente incanalata nella filiera della produzione industriale, nei trasporti e nelle attività belliche. Il rigore strutturale dell'opera umana si sovrappone al fantasioso, indomito caos della natura: tutta la storia procede per analogie e contrasti, come in un caleidoscopico gioco di specchi deformanti, in cui i contorni vaporosi delle nubi sfumano nei ricami della spuma di mare, ai grattacieli di Manhattan si accostano i casermoni degradati degli slums, file di auto parcheggiate si trasformano in schieramenti di carri armati, e la visione satellitare di un paesaggio urbano si confonde con l'ingrandimento di un microchip. Le immagini si susseguono in un crescendo concitato, culminante in tante esplosioni di potenza distruttrice, dalla dinamite che fa saltare un costone di roccia, al fuoco di un bombardamento che devasta una foresta, fino all'immane deflagrazione prodotta da una bomba nucleare. La velocità si fa sempre più vertiginosa, ed il ritmo incalzante, unito alla serialità massificata della routine metropolitana e della catena di montaggio, presenta la vita contemporanea come un flusso, un "panta rei" non dissimile da quello dei processi naturali, se non fosse per quella frenesia che investe, indifferentemente, tutti i momenti della quotidianità, dal commercio al divertimento. Il lavoro, mirante al progresso, potrebbe essere assimilato al lento lavorio dell'evoluzione biologica, ma quell'accelerazione furibonda comprime la complessità a cui dà luogo, riducendo la possibilità di un ragionevole controllo. L'automazione si inserisce perfettamente nel carattere adrenalinico del vivere moderno, mentre il leitmotiv ottico del reticolato, che simboleggia l'organizzazione, finisce per richiamare un'idea di ingabbiamento. Ecco che allora, sullo sfondo della folla anonima, spiccano individui, singolari ed espressivi, ma, il più delle volte, drammaticamente emarginati. Il racconto segue la logica della causa e dell'effetto, mostrando come, nell'era della crescita sfrenata, da cosa nasca cosa, anche in senso astratto: così, alla fine, il progresso, estenuato e svuotato di scopi e significato, è ridotto ad uno spettro, che produce fallimenti, e, ritorcendosi contro se stesso, invita ad una salutare marcia indietro.

Sulla trama

Un viaggio nella vita della nostra specie, dalle pitture rupestri al volo dello shuttle (e ritorno?).

Su Godfrey Reggio

La vena documentaristica creativa di Godfrey Reggio riesce più che mai a farci stupire dell'ordinario, modificando le prospettive in un modo che evidenzia il paradosso insito in ciò che siamo abituati a dare per scontato.

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