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L'età dell'innocenza

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su L'età dell'innocenza

di Baliverna
9 stelle

L'età dell'innocenza esiste, finché non la roviniamo con le nostre scelte e le nostre colpe.

Il regista dei dei bassifondi di New York, della criminalità, degli interni sporchi e disordinati, dei morti ammazzati e delle esplosioni di violenza, dirige un film di una compostezza e pulizia quasi incredibili, a base di dialoghi, sentimenti, ricchi salotti, colletti inamidati agli uomini e busti rigidi alle donne. Il romanzo non l'ho letto, ma mi dicono che lo rispetta alla perfezione.

Tutta la pellicola è innervata dal conflitto tra i sentimenti veri, e quelli simulati, e dal conflitto tra i sentimenti e le convenzioni sociali, davanti alle quali tutti finiscono per piegarsi. Mi pare che il tema del divorzio da un punto di vista morale e religioso sia quasi assente, perché il nocciolo della questione – e della sofferenza dei protagonisti – è appunto l'idea che i sentimenti reali non abbiano alcun diritto davanti alle consuetudini e ai progetti, di fronte alle convenienze economiche, alle esigenze di classe, o semplicemente a ciò che i parenti decidono per noi. Questa è una legge non scritta, ma pure rispettata in modo pedissequo da tutti i personaggi del film. A qualcuno per caso va non troppo male, ma i più si consumano in matrimoni senza amore, o amano chi non li ricambia. L'elemento più rappresentativo a questo riguardo è che il protagonista (Daniel Day Lewis), innamoratosi della bella europea (Pfeiffer) mentre è solo fidanzato con un'altra donna (Ryder), procede comunque a sposarla, autocondannandosi ad una vita di infelicità, praticamente con masochismo. Non ha la forza, e forse neppure vuole, recidere i lacci sociali. L'amata, dal canto suo, aveva sposato in precedenza un anziano conte verso il quale non aveva mai nutrito sentimenti. Sembra molto cauta nel condannare la vigliaccheria dell'amante, e si barcamena tra il concedersi e il fare la preziosa, forse perché l'oscura consapevolezza del proprio errore precedente la spingono alla moderazione.

L'età dell'innocenza è quella delle scelte ancora possibili, prima della colpevole infelicità. L'unica che pare rimanere innocente, tuttavia, è la moglie del protagonista, lei sì innamorata del fidanzato, con un rispettabile scrupolo se sia da lui veramente ricambiata o meno.

Dopo che gli errori consapevoli sono stati commessi, non rimane altro che il triste e scialbo cammino verso la vecchiaia.

Scorsese dirige con grande precisione e cura dell'inquadratura, su uno sfondo di interni riccamente ed attentamente arredati in stile d'epoca. L'unico elemento dell'ambientazione che non capisco è il continuo ricorso della neve, quando non era in alcun modo richiesto dalla narrazione. Le vie della città e i paesaggi di campagna con la neve finta hanno un effetto posticcio, che si poteva evitare semplicemente rinunciando alla neve.

Bellissima la scena dove lui vede lei in riva al lago, di spalle, nella luce del tramonto, ma non ha il coraggio di chiamarla.

Per la bellezza visiva e i colori scintillanti, il film è assolutamente da guardare in una versione di buona qualità, possibilmente in HD.

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