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Fahrenheit 451

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su Fahrenheit 451

di Antisistema
7 stelle

Francois Truffault, partito come giovane critico dei Cahiers di Cinema, aveva contribuito insieme ad altri suo colleghi nel cambiare e rivoluzionare l'approccio alla lettura dei film. Successivamente passa alla regia e piazza con I 400 Colpi (1959) e Jules et Jim (1963), due capolavori devastanti, rivoluzionari e fortemente ribelli nel loro anticonformismo sia stilistico che produttivo. Purtroppo al terzo film che vedo, il regista diventa un po' una "puttana" (possiamo usare tale termine?) svendendosi al sistema e rinnegando per la gran parte le sue idee sulla libertà e sul controllo dell'opera, in assenza del quale, il regista in passato insieme ai suoi colleghi, non aveva esitato nel demolire i film di registi che non si conformavano a questi dettami.

Fahrenenheit 451 (1966), non è ovviamente un film impersonale, ed elementi come l'anti-autoritarismo ed il forte amore per la letteratura sono ben presenti, ma  la costruzione del film è schizzofrenica.

 

Oskar Werner, Cyril Cusack

Fahrenheit 451 (1966): Oskar Werner, Cyril Cusack

 

Truffault canna in primis con gli attori protagonisti, a cominciare da Oskar Werner nei panni del vigile del fuoco Montag, con cui avrà forti dissidi su come doveva interpretare il personaggio. Il regista voleva una figura curiosa e timorosa innanzi all'approccio verso la lettura di un libro, mentre Werner costruisce una figura che sembra un'automa-robot; questo può andar bene quando svolge nella scena iniziale il suo ruolo di vigile del fuoco addetto a distruggere i libri con zelo, ma si rivela totalmente inadeguato quando poi a poco a poco si innamora della lettura, dove non riesce a mostrare con efficacia l'evoluzione del suo personaggio.

Delusione per metà anche per Julie Christie nel doppio ruolo di Linda (moglie di Montag)/Clarisse (aspirante insegnante e segretamente amante dei libri). L'attrice descrittami come estremamente brava nel suo lavoro, in questo film non rende giustizia alla sua fama. Se nel ruolo di Clarisse regge la scena efficacemente, nel ruolo fi Linda sembra una bambolina senza alcuno spessore, distruggendo così l'intenzione di Truffault di fare un personaggio che rappresenta una duplice possibilità per Montag.

 

Julie Christie, Oskar Werner

Fahrenheit 451 (1966): Julie Christie, Oskar Werner

 

Cannati i due attori principali (O'Toole tra quelli aspiranti per il ruolo, sarebbe risultato perfetto come protagonista), il migliore è senza dubbio Cusak, nei panni del capitano, perfettamente in grado di rendere tangibile l'ideologia malata fi un regime che brucia i libri, per garantire una forzosa uguaglianza sociale (nessuno emerge... a meno che non parli troppo ovviamente) e evitare derive anti-sociali, in modo che in regime tramite l'ossessiva televisione, possa controllare le menti ignoranti di un popolo disabituato a leggere e di conseguenza a pensare (Montag deve cercare le parole sul dizionario, poiché molti termini neanche li conosce).

 

Julie Christie

Fahrenheit 451 (1966): Julie Christie

 

Il film è un forte atto di amore del regista verso la letteratura e le potenzialità infinite che deriva da essa. 

Il regista si focalizza numerose volte sui primi piani dei libri ridotti in cenere dalle fiamme (c'è anche una rivista dei Cahiers di Cinema), come a sostenere che la distruzione di un oggetto fisico e materiale, comporta la dispersione irrecuperabile di una parte della conoscenza. Più che sui dialoghi, Truffault avvalendosi di un operatore di gran talento come Nicholas Roeg alla fotografia, gioca con i cromatismi e il lato visivo, predominano le tinte forti ed accese, dove il colore predominante è un rosso che più rosso non si può.

Il film è infarcito di omaggi ad Hitchcock e sperimentalismi vari, a cominciare dall'inizio del film dove i titoli di testa sono assenti e l'inquadratura dei primi piani delle antenne con l'uso dei vari filtri, ci annuncia i chi sono gli attori, regista, sceneggiatore etc...

Abbiamo primi piani, zoom, numerosi carrelli (immancabili nei film di Truffault), gru, effetti sfocati dati dalla fotografia di Roeg per accentuare l'ambientazione "distopica" del futuro, effetto "Vertigo", design post moderni, visioni da incubo, transizioni di montaggio di vario tipo, schermo nero a metà e così via... sembra che il regista abbia deciso di sperimentare tante soluzioni grazie ad un budget alto a disposizione (e riprese in studio, mai prima aveva girato in studio, andava contro i dettami della Nouvelle vague), ma alcune di esse risultano francamente fine a sé stesse, con il risultato di far apparire il film si fortemente europeo, ma anche al giorno d'oggi stravagante ed in certi punti demode'

 

Julie Christie, Oskar Werner

Fahrenheit 451 (1966): Julie Christie, Oskar Werner

 

Nonostante la limitatezza delle location, il regista con 2-3 elementi, riesce a farci percepire l'idea di futuro, in primis grazie al treno sospeso che fa' avanti ed indietro tra zona residenziale e stazione dei vigili del fuoco. Più che a descrivere la società del futuro, al regista interessa abbozzare un discorso sui libri e la memoria di essi, in una società che ha dimenticato totalmente il suo passato. Così facendo, forse finisce con il far osservare il film da una lente d'ingrandimento eccessivamente piccola (a ciò contribuiscono anche le poche location).

Primo ed unico film in lingua inglese per Truffault (che parlava solo francese), che ebbe molte difficoltà nel dirigere il film e problemi con l'attore protagonista. Alla fine pare l'abbia detestato o quasi ed in effetti rispetto ai due capolavori citati sopra, é un consistente passo indietro che alterna cose veramente notevoli, a soluzioni più blande e di comodo nella costruzione dell'evoluzione dei personaggi.

All'epoca si guadagnò recensioni miste (Crowther lo definì pretenzioso e boccio' in parte la perfomance di Julie Christie) e non sfondo' ai botteghini americani; grosso smacco per un film pensato per il mercato internazionale, ma assolutamente da vedere per la sua forza intrinseca, derivata anche dai suoi difetti.

Il regista forse anche conscio per essersi svenduto in parte, ritornò a girare in Francia i film successivi.

 

Oskar Werner, Cyril Cusack

Fahrenheit 451 (1966): Oskar Werner, Cyril Cusack

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