Regia di François Truffaut vedi scheda film
Inquietante, accorata favola sull'offuscamento delle coscienze e l'omologazione della realtà perpetrati dal sistema perfezionato. Rimozione del passato, controllo e imposizione del presente costituiscono lo scenario di un futuro prossimo già affermatosi nel nostro tempo reale. Il rogo dei libri arde in luce demoniaca l'estinzione dell'immaginazione e dell'autodeterminazione umane; la resistenza alla narcotizzazione, la rinascita dell'individuo è affidata non solo alla memoria, ma alla fusione osmotica, appassionata, con la vita della secolare esperienza letteraria. In una piatta landa di automi estranei alla felicità, che hanno orrore della sofferenza e l'assoluto bisogno di rimuovere l'indesiderato, che mancano di qualsiasi calore interpersonale, aggrumati nel rosso finto-saturo del sangue artificiale e di figure/ strutture sociali sintetiche, la sostanza umana è un flebile battito di vita che tenta di rianimare il corpo della fredda, monocromatica scenografia dell'avvenire presente. I momenti "di troppo" o non convincenti sono pochi in questo film scarno, e quando ci sono si notano di più (la sequenza della scuola), ma si accusa ciò che manca, ciò è la forza, il necessario contraltare formale a tanta serietà, urgenza, ricchezza di contenuti: forse l'approfondimento di alcuni temi (lo spettacolo, la compressa più grassa), sicuramente l'incisività (espressiva, drammaturgica), per spazzare via negli spettatori contemporanei l'effetto di svariate pillole già troppo, largamente digeste.
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